Fa parte del cosiddetto Corno d’Africa. A relativamente poca distanza, ci sono le rinomate località turistiche del Mar Rosso. Invece, un viaggio in Etiopia ha tutto un altro senso: è l’occasione per toccare con mano, per aprire gli occhi. Per capire come la povertà possa segnare l’esistenza di un intero popolo.
Il Paese
Il principale nemico dell’Etiopia si chiama siccità. E la siccità causa delle spaventose carestie, che spesso durano per cinque-sei mesi. Una situazione aggravata ulteriormente dalla mancanza di strumenti agricoli moderni ed efficaci. I prezzi dei prodotti sono insostenibili per la popolazione povera del Paese.
A questo si aggiunge l’analfabetismo. Solo quattro persone su dieci hanno potuto studiare. Le scuole sono insufficienti e male attrezzate. A causa della povertà, molti bambini sono costretti a lavorare nei campi per aiutare la famiglia.
Le conseguenze peggiori ricadono sulle donne, costrette a fare i lavori più degradanti senza avere diritto a niente.
La storia
È quella di Ahmed Shek Omar, 43 anni e tre figli. Ahmed ha vissuto quello che può essere considerato uno degli incubi peggiori di qualunque padre: non riuscire a sfamare i propri bambini, che mangiavano solo una volta al giorno. In Africa, il tasso di mortalità infantile è tra i più alti del mondo.
Cosa possiamo fare per aiutare l’Etiopia
- Organizzare incontri di formazione sulla gestione degli effetti dei cambiamenti climatici sulle coltivazioni.
- Migliorare la resa dei raccolti.
- Costruire pompe e pozzi d’acqua.
- Organizzare corsi di formazione professionale rivolti ai giovani e alle donne.
- Ristrutturare e costruire edifici scolastici.