Il 21 giugno del 2022 c’è stata una grande scossa di terremoto in Afghanistan. La più forte da decenni, in un Paese già seriamente compromesso e frammentato, in cui la gran parte dei villaggi si trova in zone montuose e difficili da raggiungere.
La scossa ha provocato più di 1500 vittime, tra cui 155 bambini e bambine, e quasi 1500 feriti, che si aggiungono agli oltre 20 milioni di persone che già necessitavano di assistenza umanitaria. Mancano i mezzi per gestire l’emergenza, quindi molte delle prime operazioni di soccorso sono state avviate dagli abitanti che hanno scavato tra le macerie a mani nude. L’epicentro del terremoto di magnitudo superiore al sesto grado è stato a pochi chilometri da Khost, nel distretto di Paktika. La scossa è stata percepita fino in India e in Pakistan.
Afghanistan, povertà ed emergenza umanitaria
L’ennesima emergenza in Afghanistan arriva a poca distanza dal ritorno dei talebani al potere, che aveva costretto molti operatori stranieri a lasciare il Paese. Le risorse e i mezzi per rispondere alle esigenze della popolazione, quindi, iniziano a scarseggiare. Parliamo di un Paese che verteva già in una situazione di estrema difficoltà, dove il livello di fame nella popolazione aveva raggiunto livelli altissimi, con un sistema sanitario al collasso e una situazione economica disastrosa.
L’Afghanistan è il Paese più povero di tutta l’Asia: il 60% della popolazione, composta da 38 milioni di persone, sopravvive esclusivamente grazie agli aiuti internazionali. Ventisette delle 34 province che compongono il territorio hanno da tempo superato la soglia di emergenza per malnutrizione acuta, quasi la metà sono bambini sotto ai cinque anni. In questo contesto, mentre anche la moneta locale è ai minimi storici e il prezzo del cibo aumenta, le cose peggioreranno e, secondo il Programma Alimentare Mondiale (fonte dati: World Food Programme dell'Onu), ci vorranno 220 milioni di dollari al mese per salvare la popolazione.
Molti Paesi hanno messo da parte le ostilità e stanno iniziando a organizzare spedizioni umanitarie, ma la situazione rimane preoccupante. Le persone hanno perso la casa, il bestiame e i propri mezzi di sussistenza, oltre ad aver subito gravi lutti.
Terremoto Afghanistan: le azioni di ActionAid
Il team di ActionAid ha raggiunto Barmal, il distretto di Paktika, dopo poco tempo dalla scossa. Barmal si trova in un luogo molto isolato, a circa tre ore di viaggio da qualsiasi struttura sanitaria. I collegamenti stradali sono sempre stati problematici, ma con il terremoto sono ovviamente peggiorati così come le reti di comunicazioni.
Con l’aiuto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), delle autorità locali e delle comunità di anziani, è iniziata l’assistenza per le persone che risiedevano nella zona. Lo staff ha visitato i villaggi di Mirbega, Baryam khill, Lawara, Kambari, Gulsha, Wara, Sobakhil, Shawqichina, e avviato la valutazione dei danni. Circa il 75% dei villaggi è completamente distrutto, 195 sono le vittime e 486 i feriti.
ActionAid ha da subito distribuito 200 kit alimentari nei villaggi, arrivando a coprire i primi bisogni di 800 famiglie in pochissimi giorni. Contemporaneamente, il nostro staff, le autorità locali e il Dipartimento degli Affari Esteri (DFA) , hanno selezionato 400 famiglie tra le più bisognose, distribuendo denaro. Resta ancora tanto da fare, tra cui la ricostruzione delle reti di comunicazione e le strade per permettere ai mezzi di soccorso di arrivare più velocemente in questi villaggi.
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