12 Gennaio 2018

storie di adozione a distanza: Taslima

Vedere i propri figli crescere sani e forti: è questo uno dei più grandi desideri di ogni madre. Ed è anche uno dei desideri di Taslima. Ma lei e i suoi figli vivono in Bangladesh. Dove alluvioni e inondazioni possono diventare delle autentiche calamità.

Che cosa succede in Bangladesh quando arriva il periodo delle alluvioni? Per rendere l’idea, basterebbe riportare quanto avvenuto nel 2014, quando 150mila persone si ritrovarono senza casa, completamente distrutte dalle piogge e dalle violente inondazioni stagionali.

Oggi, la situazione non è cambiata. Perché, ogni anno, cicloni e tempeste diventano, a causa dei cambiamenti climatici, sempre più violenti e imprevedibili. E ogni anno colpiscono circa un terzo dell’intero territorio del Bangladesh, e riguardano più di dieci milioni di persone alla volta.

A tutto questo si aggiunge la povertà. Il Bangladesh, infatti, è un Paese dove il 36% della popolazione vive in condizione di povertà estrema, ovvero con massimo 1,90 dollari al giorno. Questo significa che le già gravi conseguenze delle inondazioni e delle alluvioni diventano ancora più devastanti.

Conseguenze che Taslima deve patire sulla sua pelle. Ha 35 anni, è madre ma non ha un marito, situazione tutt’altro che semplice. Vive con i suoi cinque bambini sull’argine di un fiume. La sua casa, fatta di lamiere e materiali di scarto, è stata distrutta due volte dalla furia delle tempeste.

“Quando i miei figli si lamentano che hanno fame” racconta Taslima, “il mio cuore piange”.

Figli come Reeta, una ragazza di sette anni. Per cercare di procurarsi qualcosa da mangiare, ogni giorno è costretta a pescare in acque pericolose, dove la corrente è molto forte, e trascinando reti pesanti: solo così lei e la sua famiglia riescono a non morire di fame.

Quanto potranno continuare a vivere in queste condizioni? Difficile dirlo. Una cosa è certa: Taslima e la sua famiglia hanno urgentemente bisogno di aiuto. Un aiuto che anche tu puoi dargli grazie all’adozione a distanza.

 

Fonte immagine: Mahmud/MAP/ActionAid.org.uk