Quanto può essere importante riuscire a coltivare la terra anche in situazioni difficili? Tanto, sicuramente. Questo lo sanno bene le donne che vivono nella zona di Pursat, in Cambogia. E lo sa bene anche Srey.
La Cambogia è una terra soggetta a inondazioni frequenti. Di solito, si verificano durante la stagione dei monsoni. Queste inondazioni sono degli autentici disastri naturali che distruggono, spesso, tutto ciò che trovano, dalle case (che in molti casi sono fatte con materiali di fortuna) ai raccolti.
Tutto questo in un Paese dove:
- Quasi un milione di persone vive in condizione di povertà estrema, quindi con massimo 1,90 dollari al giorno (dati: World bank);
- Circa il 40% dei bambini di età inferiore a 5 anni soffre di ritardo della crescita a causa della scarsa alimentazione (dati: Wfp);
- Ogni mille nati vivi, 29 bambini non superano il quinto anno di vita (dati: Who);
- Più di due milioni di persone sono completamente analfabeti (dati: Unesco).
Sono problemi, in realtà, strettamente legati tra loro. Se le inondazioni distruggono i raccolti, le famiglie non hanno da mangiare, né possono vendere ciò che producono. Perciò, non hanno abbastanza denaro per garantire la giusta istruzione ai bambini. Il risultato si può definire con una sola parola: miseria.
Come si può porre rimedio a una situazione del genere? Srey e le altre donne della comunità di Pursat hanno utilizzato l’ingegno. Hanno seguito un corso di formazione sulle tecniche agricole organizzato da ActionAid. E poi è nata l’idea di realizzare dei piccoli orti galleggianti, che non risentono delle inondazioni.
Il risultato è incoraggiante e fa ben sperare, anche quando arriverà la prossima inondazione: l’importante è non arrendersi.