Gli occhi delle bambine hanno tanto da raccontare. In alcuni casi, anche troppo. Come troppo è ciò che la piccola Srey, appena sette anni, ha dovuto già vedere e imparare. Lei che vive in una zona degradata di Phnom Penh, in Cambogia, con la madre e i suoi fratelli. Abitano in una casa piccola, sporca e con il tetto di lamiera.
“Mia mamma è una prostituta […] Prima mia mamma lavorava in una fabbrica di vestiti. Poi, purtroppo, è stata licenziata e costretta a trovarsi un nuovo lavoro e così è finita in strada”.
Vivere in Cambogia non è semplice.
- Un milione di persone ha a disposizione massimo 1,90 dollari al giorno.
- Il 28 percento dei bambini (età inferiore a 5 anni) è sottopeso.
- Nel 2014, quasi 100mila bambini non andavano a scuola.
- Il Paese è spesso colpito da disastri naturali, come cicloni e inondazioni.
E per una donna povera e con dei figli da crescere, la situazione diventa ancora più difficile. Per non dire impossibile. Tanto che la madre di Srey si è vista, in pratica, costretta a diventare una sex worker.
“Alcune volte porta a casa degli uomini e loro sono molto cattivi. […] Mia mamma non è felice! La mia camera è accanto alla sua e di notte sento che piange. Io ho paura…”
In una situazione del genere, i desideri di Srey sono facili da immaginare:
“Non voglio fare anch’io la prostituta e vorrei che mia madre facesse un altro lavoro! Vorrei poter continuare ad andare a scuola e studiare per diventare una maestra”.
Desideri che potrebbero realizzarsi. Basterebbe solo dare alla piccola Srey e a sua madre un po’ di aiuto. L’aiuto dell’adozione a distanza.