23 Dicembre 2016

storie di adozione a distanza: Shilpy

In questa foto, Shilpy abbraccia con amore i suoi due bambini, Ramjan (11 anni) e Nur Nahur (7 anni). Potrà sembrarti incredibile ma la donna non riusciva quasi a vederli mai.

La storia di Shilpy è stata sempre segnata dalle difficoltà. Ha lasciato la scuola quando aveva 8 anni. Ad appena 12 anni, poco più che bambina, ha cominciato a lavorare nella fabbrica tessile nella quale lavoravano i suoi stessi genitori. Da allora, non ha più smesso.

Per avere il quadro completo della situazione, manca un dato fondamentale: Shilpy è abituata a lavorare anche 14 o 15 ore al giorno. Non ha mai avuto un congedo per la maternità e spesso viene pagata con molto ritardo. Una situazione comune per molte donne del Bangladesh.

“Noi lavoratori tessili non eravamo rispettati né in fabbrica, né fuori – racconta Shilpy. – Del resto, se i proprietari della fabbrica sanno che i loro dipendenti non sono minimamente consapevoli dei loro diritti, allora per loro è molto facile sfruttarli”.

In fabbrica, gli abusi da parte dei manager erano all’ordine del giorno. Trattavano le donne con arroganza e superficialità. Spesso, troppo spesso, le picchiavano. Ci furono anche dei casi di molestie sessuali.

Forse, il nocciolo della questione stava tutto in una parola pronunciata proprio da Shilpy: consapevolezza. Consapevolezza dei propri diritti. Ed è proprio su questo punto che hanno cominciato a lavorare gli attivisti di quello che è stato chiamato Café ActionAid, una caffetteria vicino alla fabbrica tessile dove si radunavano tutte le donne lavoratrici.

“Con gli attivisti di ActionAid condividiamo i problemi lavorativi e ci confrontiamo sulle soluzioni, diffondendo informazioni e aggiornamenti sui nostri diritti. I nostri datori di lavoro ora sanno che siamo più consapevoli. […] Ho guadagnato fiducia in me stessa e ora so farmi valere anche con il proprietario di casa quando vuole aumentare l’affitto della casa in modo arbitrario. Anche mio marito sa che con me deve rigare diritto”.

Adesso, Shilpy è la leader di un gruppo di donne che lavorano nelle fabbriche tessili. Si aiutano a vicenda. Sono unite, consapevoli e determinate. Le loro condizioni di lavoro sono nettamente migliorate. E non permetteranno più a nessuno di sfruttarle o di abusare di loro.

Fonte immagine: ActionAid.org.uk