La donna nella foto si chiama Sanatu Naamue e vive in Ghana. Oggi ha 34 anni. Un tempo, la sua esistenza avrebbe potuto essere profondamente diversa. Se non fosse stato per quel matrimonio forzato.
All’epoca, lei era appena un’adolescente.
“Un uomo più anziano di me mi ha visto ed ha mostrato interesse per me”, racconta Sanatu. “Ha mandato tre uomini. Sono venuti e mi hanno portato via”.
Sono trascorsi quasi vent’anni dal quel momento. Sanatu è ancora sposata con quell’uomo molto più vecchio di lei.
“Dal giorno stesso in cui mi hanno rapita – da quel giorno e fino a oggi stesso – non sono mai stata felice per il mio matrimonio. Lui mi chiama moglie ma non abbiamo niente in comune. Vorrei essere ancora una bambina e poter tornare a scuola”.
Il marito non la aiuta né la sostiene in alcun modo. Sanatu è perciò costretta, per provvedere alla sua famiglia, a lavorare duramente nei campi. In particolare, ha una figlia più giovane che si chiama Sabila. Sanatu teme per lei.
“Dal momento che io sono stata rapita e costretta a sposarmi, ho paura che possa capitare lo stesso anche a mia figlia”.
I matrimoni precoci e forzati sono un problema principalmente culturale. E ActionAid sta lavorando nel villaggio di Sanatu, e in altri villaggi del Ghana, per fare in modo che più nessuna giovane ragazza debba vivere un’esperienza del genere.
Fonte immagine: Ruth McDowall/ActionAid.org.uk