Sainey, 23 anni, vive in Gambia, uno dei Paesi più poveri del mondo. Aveva tante aspirazioni nella vita: studiare, trovare un lavoro, essere indipendente. Invece è diventata un ennesimo numero nelle statistiche sui matrimoni forzati.
La sua famiglia (i suoi genitori e le 3 sorelle maggiori) era molto povera. Non poteva permettersi di farla studiare. Così Sainey fu costretta a sposarsi quando aveva circa 16 anni. Ma il matrimonio finì. Sainey si ritrovò sola e senza la possibilità di sostenersi. Per una donna nelle sue condizioni, la vita sarebbe stata segnata dalla fame e dalla miseria.
E così sarebbe stato se non avesse ricevuto l’aiuto dell’adozione a distanza. In un momento molto difficile della sua vita, Sainey ha seguito un incontro per sensibilizzare le ragazze sull’importanza dell’istruzione. Prendendo subito la sua decisione: avrebbe ripreso a studiare.
Ma Sainey non si è accontentata di questo. Ormai sapeva quali erano i problemi del suo villaggio. Si è offerta di mettersi a disposizione della sua comunità, diventando facilitatore per informare tutti sui rischi legati all’HIV/AIDS e alla malaria.
“Inizialmente” racconta Sainey, “la gente del mio villaggio aveva un’idea sbagliata riguardo l’HIV/AIDS. Si pensava che, una volta diventati sieropositivi, si moriva immediatamente. La formazione che ho ricevuto ha ampliato le mie conoscenze, così sono stata in grado di fornire a tutti una maggiore consapevolezza, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione”.
Offrendo il suo aiuto come facilitatore, Sainey riesce a guadagnare abbastanza per dare una mano alla sua famiglia e vivere una vita dignitosa. E non ha la minima intenzione di fermarsi qui: “Vorrei continuare a studiare e seguire un corso di gestione aziendale per aprire un negozio”.