Studiare è l’unico modo per guadagnare la consapevolezza dei propri diritti e per costruirsi un futuro migliore. Ma non solo. Istruirsi è anche un modo per migliorare le condizioni di vita degli altri. Specialmente se si vive in un piccolo e povero villaggio dell’India. Come ci racconta la storia di Puja.
In India, l’analfabetismo è un grave problema. Secondo i dati dell’Unesco, nel 2015 in questo Paese le persone che non sapevano né leggere né scrivere erano circa 260 milioni. Più della metà di loro, per la precisione stiamo parlando di 167 milioni, è costituita da donne.
Il problema dell’analfabetismo comincia fin da quando si è piccoli. Perché le scuole sono troppo care, o troppo lontane, o del tutto inesistenti. O i genitori preferiscono che i loro bambini comincino a lavorare fin da piccoli. Nello specifico dell’India, la conseguenza di tutti questi fattori è rappresentata da 25 milioni di giovani (età compresa tra 15 e 24 anni) che sono del tutto analfabeti.
Puja poteva essere uno di questi bambini. Per sua fortuna, il villaggio di Khandat è pervaso da un fortissimo spirito comunitario. Grazie all’aiuto di tutti gli abitanti, Puja ce l’ha fatta a studiare e a laurearsi, avendo così una possibilità negata a molti suoi coetanei.
E Puja non si è certo dimenticato di chi lo ha aiuto. Una volta laureato, è tornato a Khandat e ha deciso di fare qualcosa per cambiare le vite anche degli altri bambini del villaggio. Così, adesso fa l’insegnante e aiuta i bambini della comunità a realizzare i loro sogni.
Il messaggio insito nella storia di Puja è tanto semplice quanto importante: studiare è fondamentale, non solo per la crescita del bambino ma anche per il suo futuro. Noi condividiamo lo stesso desiderio di Puja, ovvero permettere a tutti i bambini di ricevere un’istruzione adeguata. E possiamo riuscirci soltanto grazie al contributo dell’adozione a distanza.