West Pokot è un’area isolata e molto povera del Kenya. È qui che vive Pauline, una ragazza di 15 anni.
Cinque anni prima Pauline frequentava ancora la scuola. Ma lo avrebbe fatto ancora per poco. I suoi genitori erano troppo poveri e non potevano più pagare l’iscrizione, i libri, i vestiti e tutto l’occorrente per garantire alla loro figlia un’istruzione adeguata. Pauline sarebbe diventata una delle tante donne analfabete del mondo, che costituiscono circa due terzi del totale degli analfabeti.
Inoltre Pauline, lasciata la scuola, ha subito una delle più gravi violazioni dei diritti umani che una donna possa subire: le mutilazioni genitali femminili. Non comprendeva perché dovesse patire una cosa del genere. Nei Paesi dove la pratica è accettata si pensa che le FGM preservino la purezza della donna in vista del matrimonio. In questi Paesi ci sono duecento milioni di ragazze che le hanno subite.
Subito dopo aver subito le FGM, Pauline fu costretta, a dieci anni, a sposarsi con un uomo molto più grande di lei.
“Non ho potuto scegliere la persona con la quale sposarmi” continua Pauline “Lui non mi piace, ma devo stare con lui perché è mio marito”.
A 15 anni, Pauline ha una bambina, Faith, ed è in attesa del secondo bambino. Ha deciso di dare una svolta alla propria vita e di impegnarsi per fare in modo che a nessun’altra donna possa toccare il suo stesso destino: Pauline fa parte di un gruppo di donne, supportato da ActionAid, che lavora per sostenere bambine e ragazze contro le FGM e i matrimoni precoci.
Fonte storie: ActionAid.org.uk
Fonte immagine: Jennifer Huxta/ActionAid