Nonna Margareth è una vera eroina. Non tanto per se stessa quanto, soprattutto, per le quattro nipotine, che sono sedute davanti a lei. Bambine piccole, molto piccole. Che erano, già in questa tenera età, destinate a provare uno degli orrori peggiori che una donna possa mai subire: quello delle mutilazioni genitali femminili (female genital mutilations, abbreviato FGM).
Le FGM rappresentano uno dei più gravi problemi di violazione dei diritti umani in Africa. Per rendere l’idea della situazione, basterà riportare quattro semplici dati: Somalia, 98%; Guinea, 97%; Gibuti, 93%; Sierra Leone, 90%. Come è facile intuire, i numeri indicano la percentuale di donne e ragazze di età compresa tra i 15 e i 49 anni che hanno subito le FGM nei rispettivi Paesi.
Perché accade una cosa del genere? Le ragioni che portano uomini e anche donne a perpetrare questa pratica non sono ancora state individuate con precisione.
- Le FGM sono un retaggio molto antico, già praticato da Fenici, Ittiti, Egizi, Etiopi.
- Si pensa che siano una sorta di rito che doveva servire a “preservare” la purezza della donna in vista del matrimonio.
Le conseguenze delle FGM sono spaventose: rapporti sessuali difficili o impossibilitati, dolore e problemi durante il parto, possibile insorgenza di cistiti e infezioni vaginali, perdite di sangue. In alcuni casi, le FGM possono portare alla morte della donna. O del bambino al momento del parto.
Ecco: questo è il destino che sarebbe toccato alle quattro bambine ritratte nella foto. Per fortuna, c’è stata nonna Margareth. Che ha lottato con tutte le sue forze per strappare le sue amate nipotine a questo destino. E per dare loro la dignità che meritano.
DATI: Who | Unicef