Siccità è una parola che può fare paura, e molta. Specialmente per chi sa quali possono essere le conseguenze se la situazione si protrae troppo a lungo. E Mina, che puoi vedere nella foto, ne sa qualcosa. Fin troppo, a dire il vero.
Ci sono Paesi, infatti, dove la siccità è un fenomeno al quale bisogna abituarsi. La maggior parte di loro si trova in Africa meridionale e orientale. Qui, periodicamente e per cause diverse (come eventi climatici eccezionali o il riscaldamento globale), le popolazioni si ritrovano a dover affrontare numerosi problemi.
Perché numerose sono le conseguenze della siccità. Le più gravi sono queste:
- Il suolo, a causa della mancanza d’acqua, s’inaridisce e non produce più raccolti sufficienti per garantire il sostentamento delle comunità.
- A risentirne, e tanto, è anche il bestiame. Che si ritrova senza acqua e senza foraggio per lunghi, interminabili mesi. Intere mandrie e greggi muoiono. Se consideri che ci sono interi Paesi del continente africano la cui economia si basa, in larga parte, sull’allevamento, puoi farti un’idea che cosa implichino queste perdite.
- Niente acqua, niente prodotti della terra e niente derivati dell’allevamento conducono, tutti, a una medesima conseguenza: la fame. Le scorte alimentari si esauriscono velocemente e basta davvero poco perché le persone siano, in breve, ridotte alla disperazione.
Ma c’è anche un’altra conseguenza. Il corpo umano non può sopravvivere senza acqua. Nei periodi di siccità, donne e giovani ragazze si ritrovano, ogni giorno, a dover camminare anche per ore e ore prima di raggiungere la più vicina fonte. Come può raccontare questa storia sul diritto all’acqua potabile.
Mina vive nel villaggio di Tandaharo. Dove, da quanto è stato costruito il nuovo pozzo, più di sessanta famiglie possono rifornirsi di acqua senza doversi sobbarcare estenuanti quanto pericolosi viaggi. Adesso, la siccità fa un po’ meno paura a tutti, che possono affrontare l’emergenza con un po’ di serenità in più.