Ci sono situazioni difficili da immaginare per chi vive nei cosiddetti Paesi occidentali. Situazioni come quella di Mary. Una donna che vive a Yala, una piccola comunità rurale del Kenya.
Sono tanti i problemi che il Kenya deve ancora affrontare e risolvere.
- Il 33,6% della popolazione keniota vive con massimo 1,90 dollari al giorno. Stiamo parlando, fatti i debiti calcoli, di 15 milioni e 500mila uomini, donne e bambini che non hanno nemmeno il minimo indispensabile per poter sopravvivere.
- Ogni mille nati vivi, in Kenya 22 bambini non superano il ventottesimo giorno dal parto. Un numero molto alto. Reso ancora più grave dal fatto che le cause più comuni, come la malnutrizione, sarebbero facilmente prevenibili.
- In totale, cinque milioni e 800mila giovani, di età superiore ai 15 anni, non sanno né leggere né scrivere.
- Una delle piaghe di questo Paese è rappresentata dai trafficanti di esseri umani che operano al confine con l’Etiopia e la Somalia.
Una situazione che Mary conosce molto bene, visto che la vive sulla propria pelle. In particolare, lei deve procurare il cibo per la sua famiglia. Ma la comunità di Yala si trova su un terreno paludoso. Un terreno difficile da coltivare. Anche perché Mary e gli altri contadini della comunità possono fare affidamento solo su tecniche agricole arcaiche. E quindi del tutto inadeguate e inefficaci.
Il risultato? Mancanza di cibo. Eppure, nonostante tante difficoltà che sembravano insormontabili, gli abitanti della comunità di Yala non volevano arrendersi. Avevano soltanto bisogno di un piccolo aiuto. Aiuto che gli è stato dato da ActionAid.
Mary, così come tanti abitanti di Yala, ha seguito un corso di formazione organizzato da ActionAid. Ha imparato a sfruttare meglio le opportunità e le capacità. Ha imparato a usare nuove e moderne tecniche agricole. Adesso, Mary ha inaugurato il suo nuovo chiosco. E la sua nuova vita.