Siamo ciò che mangiamo: avrai di sicuro sentito questa frase almeno una volta. Una frase che può avere diversi significati. Specialmente per chi è nato in Guatemala, uno dei Paesi più poveri del mondo. Ed è qui che comincia la storia di Margarita, una donna di 47 anni.
In Guatemala, la fame è un problema serio. Qui il 49% dei bambini soffre di malnutrizione. Questo significa che un bambino su due deve affrontare delle (spesso insormontabili) difficoltà per svolgere le sue normali funzioni. Come crescere e resistere alle malattie. 49% è il più alto tasso di malnutrizione di tutto il Sudamerica e il sesto al mondo.
I quattro figli di Margarita avrebbero potuto subire le conseguenze della malnutrizione. Ma, per fortuna, non è stato così: Margarita ha seguito dei corsi di formazione sulla corretta alimentazione. “Abbiamo imparato a rendere più produttivo il nostro orto, a seminare e a raccogliere nei tempi giusti” racconta la donna. “Abbiamo introdotto nella nostra dieta verdure che prima non consumavamo come ad esempio il coriandolo, la soia, la barbabietola e diversi tipi di frutta. […] Prima tutte queste cose le dovevamo comprare, spendendo anche parte dei nostri stipendi, mentre adesso le abbiamo gratis proprio davanti casa!”
Ma, come già detto all’inizio, siamo ciò che mangiamo. E imparare a produrre il cibo di cui si ha bisogno diventa un momento di emancipazione. “Un aspetto fondamentale” continua Margarita, “è che finalmente noi donne siamo diventate autonome: sappiamo coltivare utilizzando tecniche agricole più efficaci, abbiamo i nostri strumenti di lavoro e andiamo di comunità in comunità a condividere la nostra esperienza. […] Attraverso ActionAid abbiamo tenuto dei corsi di formazione sull’alimentazione rivolti alle donne in gravidanza e alle mamme con bambini piccoli. La salute dei nostri figli dipende anche da quello che mangiano”.
Come è stato possibile che la storia di Margarita sia stata a lieto fine? Semplice: qualcuno, proprio come te, ha deciso di adottare a distanza un bambino del Guatemala.