15 Giugno 2018

storie di adozione a distanza: Jean e Lucy

Quanto dev’essere bello e appagante raccogliere i frutti della terra sulla quale si è lavorato così duramente? Tanto, sicuramente tanto. Soprattutto se questo basilare diritto veniva sistematicamente negato. Ed è proprio questa la gioia che Jean e Lucy, le due protagoniste della storia, hanno disegnata in volto.

Jean e Lucy vivono in un piccolo villaggio rurale del Malawi. Dove circa il 70% della popolazione è costretto a vivere con massimo 1,90 dollari al giorno (secondo i dati della World Bank di fine 2015 circa). Come se la povertà non bastasse, questo è anche un Paese dove le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini e le discriminazioni di genere sono la normalità.

Ne sono esempio proprio Jean e Lucy. Nonostante, nella loro comunità, fossero sempre le donne a lavorare nei campi, non avevano il controllo né sulla terra né sui proventi che si ricavavano dalla vendita di frutta e verdura.

Il cambiamento, per loro due, è avvenuto nel 2014:

Abbiamo aperto la nostra cooperativa nel 2014, dopo un corso di formazione su tecniche di coltivazione e amministrazione. Sta funzionando molto bene!”

Un passo sicuramente importante. Che però, da sole, non sarebbero state in grado di fare, perché non avevano né le conoscenze né le risorse per poterlo fare. Fortunatamente, grazie a qualcuno che come te sta pensando all’adozione a distanza per dare il proprio contributo, Jean e Lucy hanno potuto seguire un corso di formazione.

Hanno imparato come aprire una cooperativa, come chiedere finanziamenti. Hanno potuto usare delle tecniche agricole più moderne che hanno migliorato, e di tanto, la resa dei raccolti. Ma, soprattutto, hanno imparato la cosa più importante: quali sono i loro diritti e come fare per rivendicarli.

Adesso è tutto diverso:

“Ora che abbiamo la nostra cooperativa è tutto diverso. Siamo autonome e per questo otteniamo maggiore rispetto nella nostra comunità”.