La violenza sulle donne può assumere diverse forme, una più barbara dell’altra. La protagonista di questa storia, Florence, ne ha subita una in particolare, forse la più subdola: sentirsi espropriata anche del proprio corpo, ridotto a una sorta di oggetto nelle mani di un uomo.
Florence ha 26 anni e vive in Uganda. Un Paese dove nascere donna significa spesso essere considerata qualcosa di molto simile a una merce di scambio. Magari per ripagare debiti o, molto più semplicemente, per avere una bocca in meno da sfamare.
Fin da piccola, è stata educata per quello che doveva essere il suo futuro: badare alla casa, accudire i fratelli più piccoli, sposarsi giovane, essere completamente asservita al marito. Per tale motivo, a Florence è stato negato un suo diritto fondamentale, quello di avere un’adeguata istruzione.
Si è sposata giovane. Da allora, è diventata proprietà esclusiva di suo marito. Un uomo che ha segnato per sempre la sua esistenza. Poi, un giorno, quest’uomo è scomparso. Lasciando Florence con quattro bambini, il più piccolo di 3 mesi.
Oltre all’umiliazione, Florence ha così imparato cosa significa sentirsi davvero sola. Perché in Uganda le donne senza marito sono emarginate, evitate da tutti. Come se fossero un disonore per l’intera comunità.
Tutto ciò che le serviva era qualcuno che le tendesse una mano. Che desse a lei una possibilità e ai suoi bambini una speranza. Per fortuna, Florence ha trovato tutto questo al centro anti-violenza di Amuru, avviato da ActionAid nel 2012. Qui è stata accolta, accudita, sfamata, protetta.
E non soltanto questo. Florence, così come alle altre ottocento donne aiutate negli ultimi anni, ha ricevuto l’assistenza legale per far valere i suoi diritti e ha seguito un corso di formazione professionale per avviare una piccola attività commerciale. Grazie alla quale Florence diventerà indipendente e potrà dare cibo, un posto sicuro dove vivere e un’adeguata istruzione ai suoi bambini.