18 Agosto 2017

storie di adozione a distanza: Emily

Cutter è colui o colei che pratica le mutilazioni genitali femminili. Una delle pratiche più disumane che una donna possa mai subire. Una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Emily è stata tagliatrice per molti anni. Anzi, era lei il punto di riferimento della sua comunità in Kenya.

Ma cosa porta una donna a praticare le FGM (female genital mutilation)?

“Ho iniziato a praticare la circoncisione – racconta Emily – in seguito a un evento che ha segnato la mia vita. Uno dei miei figli ha sposato una donna non circoncisa. Dopo il matrimonio, lei è rimasta incinta. Nessuno l’ha aiutata durante il parto perché non era circoncisa e, quindi, impura”.

La levatrice si era limitata a tagliare il cordone ombelicale. Senza tamponare in alcun modo l’emorragia. Entrando, Emily restò allibita vendendo quel che stava per accadere.

“Dopo aver rimosso la placenta, ho portato fuori la donna – continua Emily – e l’ho circoncisa. Non l’avevo mai fatto prima. L’ho circoncisa, ma avevo paura perché, se avessi inciso più in profondità, la donna sarebbe morta per i problemi legati al parto”.

Sono questi i motivi che hanno portato Emily a diventare la cutter di riferimento nel suo villaggio. Ha praticato le mutilazioni genitali per anni. Finché, grazie a una campagna d’informazione di ActionAid, ha capito quanto fosse brutale tale pratica e che pericolo rappresentasse per tutte le donne del suo villaggio.

Adesso Emily si batte con tutte le sue forze per estirpare tale pratica dal suo villaggio e per fare in modo che più nessuna donna debba subire l’orrore delle mutilazioni genitali femminili.