Dhara è la ragazza di 14 anni che puoi vedere in primo piano nella foto. Sorride insieme alle sue compagne. E ha tutte le ragioni per sorridere, sia lei sia le sue amiche. Tutte, infatti, hanno potuto continuare a studiare nonostante le tante difficoltà che, pur così giovani, si sono viste costrette a dover affrontare.
Dhara e le sue amiche vivono nel distretto di Doti, in Nepal. Che è uno dei Paesi più poveri del mondo, quindi le condizioni non sono propriamente ottimali per delle giovani ragazze. Ma il problema che le riguarda più da vicino, in questa storia, è uno in particolare: l’istruzione.
Perché, infatti, secondo i dati dell’Unesco (2011), in Nepal:
- Su una popolazione di circa 28 milioni di abitanti, le persone (di età pari o superiore a 15 anni) del tutto analfabete sono sette milioni;
- Di questi, quattro milioni e 700mila, quindi più dei due terzi del totale, sono composti da donne.
Perché questo succede? Le cause possono essere diverse. Sicuramente la povertà incide ma non è solo questo perché bisogna considerare almeno altri due fattori estremamente impattanti:
- Le donne, e specialmente le giovani ragazze, non sempre godono degli stessi diritti degli uomini, e uno dei diritti negati è proprio l’istruzione;
- Spesso, sono proprio i genitori o i rappresentanti delle comunità a non comprendere l’importanza dell’istruzione, specialmente per le ragazze.
Nel distretto di Doti, il tasso di abbandono scolastico era quindi particolarmente alto. E anche quello dei matrimoni precoci. Infatti, le ragazze che non vanno a scuola, prima o poi, finiscono in sposa giovanissime, spesso a uomini molto più grandi di loro.
Per tutti questi motivi, e grazie all’aiuto di chi, come te, ha dato il proprio contributo con l’adozione a distanza, siamo intervenuti nel distretto di Doti, organizzando gruppi di discussione per spiegare l’importanza dell’istruzione e le conseguenze dell’abbandono scolastico.
Il risultato? Le parole di Dhara sono il modo migliore per raccontarlo:
“Ultimamente sempre più ragazze riescono a proseguire la scuola fino al diploma”.
Parole dalle quali trapela tutta la sua (giustificata) soddisfazione.