Chuchu è una ragazzina di 12 anni che vive in Etiopia. A quest’età, dovrebbe soltanto andare a scuola e giocare con le amiche. Ma la sua situazione era tutt’altra.
L’istruzione in Etiopia non è un diritto riconosciuto a tutti i bambini e bambine.
- Un quarto della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Anche il sistema scolastico del Paese ne risente pesantemente.
- Le “scuole”, se così si possono chiamare, sono fatte di fango e paglia, e sono molto piccole.
- Le scrivanie e la sedie alle quali potersi sedere sono davvero poche. Molti bambini, per non dire la maggior parte, devono seguire le lezioni seduti a terra o, in alcuni casi, in piedi, dovunque ci sia appena un po’ di spazio disponibile.
- Queste “aule”, ogni giorno, devono ospitare dai sessanta ai cento bambini, un numero enormemente più alto rispetto all’effettiva capienza.
- I servizi igienici sono poco più di un buco nel terreno con qualche lamiera a protezione. Ovviamente, non c’è acqua corrente. Questo rende difficoltoso per le ragazze usare i servizi igienici, specialmente durante il ciclo.
Chuchu, un giorno, si ammalò gravemente. Da allora, in pratica, fu costretta ad abbandonare la scuola. Com’era diventata la sua vita può essere descritto dalle sue parole:
“Ora trascorro le mie giornate aiutando mia madre nei lavori di casa: do da mangiare alle mucche, vendo il latte al mercato e pulisco la casa”.
Se non fosse cambiato qualcosa, ben presto Chuchu sarebbe diventata una delle tante spose bambine dell’Etiopia. Fortunatamente, quel qualcosa è cambiato.
ActionAid, grazie al contributo dell’adozione a distanza, ha potuto costruire una nuova scuola nella sua comunità e ha contribuito alla formazione degli insegnanti. Adesso, Chuchu potrà continuare con i suoi studi e, cosa più importante, potrà sperare in un futuro migliore. Un futuro non segnato dalla povertà.
Fonte immagine: Greg Funnell /ActionAid.org.uk
Storia: ActionAid.org.uk