Il cosiddetto Corno d’Africa è una regione dell’Africa orientale composta da Etiopia, Somalia e Gibuti. Nel periodo 2015-17, è stato colpito da El Niño, un fenomeno climatico che causa delle spaventose siccità. Ed è per la siccità che la piccola Canab è stata costretta a crescere troppo in fretta.
Per cercare cibo e acqua, le persone sono costrette a spostarsi, anche cambiando Paese. Proprio ciò che è successo a Canab.
“Mamma mi manca molto” racconta Canab, “penso a lei ogni giorno. Mi hanno detto che torneranno quando arriveranno le piogge e io li aspetto, spero, presto. Mi sento molto stanca e la mia testa spesso è schiacciata da mille pensieri”.
Adesso, Canab vive, separata dai suoi genitori, in un campo sfollati che si trova a circa quaranta chilometri di distanza dal confine etiope. In questo campo, la ragazza si è vista costretta a crescere in fretta, troppo in fretta per i suoi quattordici anni.
“Oggi io non sono più la Canab di prima perché sono padre e madre dei miei tre fratelli e sorelle più piccoli, che hanno 10, 8 e 2 anni. Cucino per la mia famiglia, cucino ogni giorno. Faccio riso e talvolta mais, è l’unica cosa che cucino perché non abbiamo altro cibo ma solo quello che riceviamo dalla distribuzione degli aiuti. Non è facile sostituire mia mamma con i bambini, ma faccio del mio meglio”.
Anche se cerca di farsi forza e di non far mancare niente ai suoi fratellini e sorelline, a volte Canab torna con la mente alla sua vita prima della siccità, ai suoi sogni.
“Fino a tre anni fa andavo a scuola e mi piaceva molto perché studiare nuove cose ogni giorno mi è sempre interessato. Ma poi ho dovuto lasciare la scuola per aiutare mia mamma. Qui mi sono fatta degli amici e durante il giorno ci troviamo per giocare un po’ insieme. Ma spesso mi sento sola e ho paura, soprattutto la notte”.
La “distribuzione degli aiuti” è di vitale importanza per Canab e tutte le altre persone che vivono in quel campo sfollati. Come di vitale importanza potrebbe essere anche il tuo contributo.