storie di adozioni a distanza: Alberta

Alberta Martey ha 13 anni. Vive nel villaggio di Koforidua, in Ghana. È giovane ma ha già le idee chiare: vuole diventare un’infermiera e aiutare la gente del suo villaggio. Il sogno di Alberta rischiava di restare tale se non fosse stato per l’adozione a distanza.

Per diventare infermiera bisogna studiare. Ma la scuola superiore più vicina si trova ad Asamang, a tre chilometri di distanza. E tre chilometri sono una distanza enorme da percorrere per chi vive in una dei Paesi più poveri del mondo.

Ogni giorno i ragazzi di Koforidua, come Alberta, dovevano percorrere a piedi la strada fino ad Asamang. Con tutti i pericoli che si possono correre lungo il tragitto. Con il rischio di arrivare tardi alle lezioni. In queste condizioni, studiare non è facile.

Presto, e per fortuna, le cose cambieranno. Perché nel villaggio di Koforidua sarà costruita una scuola. Una scuola vera, con materiale didattico e insegnanti preparati. Dove Alberta e gli altri ragazzi del suo villaggio potranno finalmente proseguire con gli studi e realizzare i loro sogni.

Tutto questo è stato possibile soltanto perché qualcuno, proprio come te, ha deciso di adottare un bambino africano a distanza. Il contributo dell’adozione a distanza non si rivolge soltanto al bambino o alla bambina ma all’intera comunità in cui lui vive. E vogliamo che di storie come quella di Alberta ce ne siano molte di più.