Anche quest'anno Giuseppe Bertuccio D'Angelo, fondatore di Progetto Happiness, è al fianco di ActionAid in un viaggio in Brasile, con prima tappa a Cabo, dove ha raccontato la vita nei villaggi colpiti dal razzismo ambientale e il sostegno di ActionAid alle comunità locali grazie all’adozione.
Il razzismo ambientale è una vera e propria forma di discriminazione a cui sono soggette le minoranze della società, comunità spesso molto fragili o marginalizzate costrette a lasciare le proprie case o a continuare a vivere in ambienti improvvisamente diventati inquinati e pericolosi.
Cabo, comune nello Stato del Pernambuco in Brasile, ne è l’esempio lampante: è formata da una comunità di persone discendenti da schiavi africani che viveva in sintonia con la natura e che si è trovata espropriata della propria terra, a causa della costruzione di una raffineria situata a due passi dai villaggi. Gli abitanti della comunità ne stanno pagando le conseguenze sotto molti aspetti: la salute, la lenta distruzione dell’ecosistema, la perdita delle case, dei diritti e della libertà sulla loro terra.
Grazie al reportage di Progetto Happiness possiamo scoprire l'impatto reale cheil razzismo ambientale ha avuto su questi villaggi e i progetti di ActionAid a supporto di queste comunità.
Cabo, Brasile: gli effetti del razzismo ambientale e delle ingiustizie sociali
La zona di Cabo ha una storia antica, nata dai discendenti degli schiavi africani scappati dalle piantagioni nel periodo coloniale. Cercavano libertà e autonomia in posti lontani dai centri abitati, terre dove non viveva nessuno e che loro hanno trasformato in casa. Hanno portato qui un pezzo di Africa, come racconta nel video di Progetto Happiness la matriarca della comunità, a partire dai semi di baobab che le sue ave nascondevano nei capelli come simbolo della resistenza nera. Tra i quilombo, i vari villaggi fondati dai ribelli sfuggiti dalle piantagioni di schiavi, c’è oggi un baobab secolare Progetto Happiness ha potuto visitare. Rappresenta un luogo sacro per le persone che vengono in peregrinaggio a ricordare la loro resistenza, le loro origini, e a ricaricarsi di energia contro le difficoltà.
Le difficoltà che questi villaggi vivono oggi, spesso in condizioni già svantaggiate, sono peggiorate dall'inquinamento dell'aria e dell'acqua, a causa della costruzione di un polo industriale che ha destabilizzato le vita delle comunità indigene.
Le comunità dei quilombo che ha incontrato Giuseppe hanno il diritto sulla terra che abitano, ma non hanno i documenti che lo attestano. Quindi, nonostante vivano qui da generazioni, per le grandi aziende arrivare e occupare il territorio non è difficile. Questo è quello che è successo alla comunità di Serraria come racconta Rafael, referente di un partner locale di ActionAid:
“L’industria arriva senza chiedere i permessi, usa il suolo, l’acqua, l’energia e l’aria della comunità. Da una parte le industrie e dall’altra solo povertà, mancanza di infrastrutture e di rispetto, per queste persone che hanno questa terra da anni”, “ActionAid è importantissima perché porta le risorse per rafforzare la comunità e aiutarla ad uscire da questa situazione di povertà estrema. E per i bambini, che sono il futuro di questo posto. Il ruolo di ActionAid è vitale per la costruzione di una vita migliore per tutti”.
L'intervento di ActionAid a Cabo e in Brasile
Al fianco delle organizzazioni locali, ActionAid lavora per supportare le famiglie in difficoltà e sostenere le comunità locali. Il sostegno a distanza di ActionAid ha fatto la differenza per tanti bambini: “Mia figlia è migliorata molto” racconta una mamma, “ha imparato a scrivere, ha conosciuto meglio i suoi diritti che vanno al di là del colore della pelle, è diventata molto curiosa. Qui non hanno nient’altro, a scuola almeno possono imparare qualcosa”.
E per i bambini stessi, fa la differenza sapere che persone lontane li vogliono sostenere. È un’infusione di energia e resilienza, oltre che il primo passo per costruire un futuro più paritario per tutta la comunità.
Quello che succede in Brasile, per quanto lontano possa sembrare, è un esempio concreto di ingiustizie ambientali che non ricadono solamente sulle comunità più vulnerabili, ma sul nostro ambiente e sul futuro del nostro pianeta. ricade sul nostro ambiente e sul futuro del nostro pianeta. Queste disuguaglianze riguardano tutti quanti e mettono in evidenza il bisogno urgente di costruire un futuro più equo e sostenibile per tutti. Le ingiustizie ambientali colpiscono le minoranze e le comunità più vulnerabili. Scegliere di adottare un bambino a distanza con ActionAid significa unirsi a una rete di persone che si impegnano per un futuro migliore per tutti, senza distinzioni. Dona ora anche tu!