13 Ottobre 2021
 Il primo vaccino contro la malaria

Un momento storico che vede di nuovo tutto il mondo coinvolto: il vaccino contro la malaria funziona. Si chiama RTS, S/AS01, un nome difficile da ricordare che nasconde una grande promessa mantenuta.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha da subito raccomandato il suo utilizzo nelle zone dell’Africa Sub-Sahariana e in altre regioni che fanno registrare ogni anno una trasmissione da moderata ad alta della malattia, dove l’arrivo di questo vaccino avrà un impatto colossale.

Vaccini malaria: com’è andata?

Il progetto è nato 30 anni fa, e la sperimentazione pilota è iniziata nel 2019 in tre Paesi specifici: Kenya, Malawi e Ghana, dove ha cambiato la vita a più di 800mila bambini. In questi due anni è stato dimostrato che il vaccino è sicuro, e ha avuto un impatto positivo sulle vite e le comunità in cui è stato sperimentato.

È l’ennesimo momento storico di cui siamo testimoni in questo 2021, una svolta per la scienza che si riflette sulla vita di tutti i 260mila bambini che ogni anno muoiono a causa di questa malattia.

Nel solo 2019, i morti per malaria sono stati 409mila. Il 67% di tutti i decessi, più di due terzi, riguarda bambini sotto ai 5 anni e il 95% dei casi si trova in Africa (fonte: report OMS). Per questo l’OMS ha dichiarato con forza che il vaccino dovrà essere distribuito in un programma gratuito di 4 dosi, somministrate dai 5 mesi di età, principalmente in questa zona del mondo.

La malattia si diffonde in particolare attraverso la puntura di zanzara, per questo il metodo finora utilizzato per prevenirla erano le zanzariere impregnate di insetticida. Nel corso dello studio è stato dimostrato che anche i bambini che non disponevano di questa protezione fisica hanno beneficiato degli effetti del vaccino, senza impatti negativi sull’adozione di altre vaccinazioni infantili. Le 2,3 milioni di dosi somministrate nei Paesi pilota hanno da subito ridotto del 30% lo sviluppo della forma grave e mortale di malaria (fonte: ONU), rendendo già altamente conveniente implementarlo in aree dove la trasmissione è elevata. La vaccinazione in Africa, nelle regioni oggetto dello studio, sta raggiungendo la fase della quarta dose, dopo la quale sarà possibile misurare l’impatto a lungo termine sulle morti infantili.

I finanziamenti: i prossimi passi

Il progetto pilota è stato reso possibile grazie a una collaborazione senza precedenti che ha visto tre importanti finanziatori: Gavi, l’alleanza per i vaccini; il Fondo globale per la lotta all’AIDS, alla tubercolosi e alla malaria; e Unitaid. La comunità sanitaria internazionale dovrà ora stabilire le forme di finanziamento per l’adozione del vaccino e per un’implementazione più ampia possibile soprattutto nei Paesi del Sud del mondo che ne soffrono maggiormente.

Insieme all’OMS ci sono partner internazionali che hanno donato 10 milioni di dosi per il solo progetto sperimentale. Sono, tra gli altri, PATH, UNICEF e GSK, e la fondazione di Bill & Melinda Gates che ha provveduto a parte dei finanziamenti tra il 2001 e il 2015.

La vaccinazione antimalarica deve essere per tutti

L’obiettivo che ci si pone adesso è assicurarsi che non esista divario e monopolio dei vaccini, e che la somministrazione delle dosi arrivi dove ce n’è maggior bisogno, nei Paesi che hanno più difficoltà ad acquistarli. Questo discorso vale per il vaccino anti-malaria come per quello contro il Covid-19. È uno dei compiti della People Vaccine Alliance, un gruppo di organizzazioni che comprende ActionAid, Oxfam, Frontline AIDS, Global Justice Now e il Centro Yunus, che mira a eliminare i monopoli delle grandi case farmaceutiche per aprire i vaccini a tutti.

Il vaccino contro la malaria è una grande battaglia vinta, per l’Africa e per i bambini del mondo. Dobbiamo assicurarci che raggiunga la massima diffusione dove serve di più. Possiamo farcela, ma solo insieme: dona ora.