La cosiddetta dote è una pratica ancora molto comune e diffusa. In sostanza, al momento del matrimonio, la sposa deve fornire una dote al marito e alla sua famiglia, che spesso significa fornire il corredo nuziale. Ma in molti Paesi, specialmente del continente asiatico, dietro la dote si nasconde il cosiddetto prezzo della sposa.
Matrimoni precoci
Quella dei matrimoni precoci è una piaga ancora lungi dall’essere estirpata. Soprattutto se si considera che, in tutto il mondo, ci sono circa 22 milioni di ragazze che hanno contratto matrimonio in giovane età. Molte di loro sono, addirittura, già divorziate o vedove.
Come se non bastasse questo numero, già di per sé molto elevato, bisogna considerare che, sempre a livello globale, circa altri cento milioni di ragazze siano a rischio matrimonio precoce. Un rischio che aumenterà man mano che la popolazione mondiale continuerà a crescere a questi ritmi.
(Dati: Who)
Un matrimonio “comprato”
Pratica molto diffusa in Asia meridionale, la dote, in queste circostanze, consiste in un prezzo che la famiglia della posa paga alla famiglia dello sposo. Tale prezzo può essere pagato in denaro, beni, proprietà, capi di bestiame.
Quanto più giovane è l’età della sposa, tanto più bassa è la dote. Anche per tale motivo le famiglie tendono a far sposare le bambine molto giovani. Insieme a un’altra ragione: la povertà. Una ragazzina data in sposa è una bocca in meno da sfamare.
Invece, nell’Africa subsahariana è la famiglia dello sposo a pagare la famiglia della sposa. Il prezzo è un riflesso del “valore” della sposa, che quindi diventa, a tutti gli effetti, un oggetto da comprare o vendere.
Le giovani ragazze…
…non sono oggetti. Sono persone che dovrebbero vivere la loro infanzia. Il che significa studiare, giocare con le proprie coetanee e costruirsi un futuro, non badare alla casa e dare alla luce bambini in età troppo prococe. Per tutti questi motivi, c’è bisogno del contributo dell’adozione a distanza.
Immagine: ActionAid.org.uk
Dati: ActionAid.org.uk