27 Marzo 2017

povertà in Pakistan

Fa parte di quelli che vengono considerati i Paesi più poveri del mondo. Si trova in Asia, tra l’India e l’Afghanistan. Lontano, potrai pensare. Ma le storie di chi vive in Pakistan e deve fare i conti, ogni giorno, con la povertà riguardano tutti.

I numeri

Nel 2015, la popolazione del Pakistan ammontava a circa 190 milioni di persone: per rendere l’idea, si tratta, dal punto di vista degli abitanti, di un Paese grande tre volte l’Italia. Ma il Pakistan è anche un Paese dove quasi il trenta percento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.

In valori assoluti, stiamo parlando, quindi, di quasi sessanta milioni di persone che non possono permettersi, praticamente, nulla.

(Dati: Worldbank.org)

Le conseguenze

I problemi del mondo sono tanti. Ma tutti, a ben vedere, hanno un’origine comune: stiamo parlando della povertà. Il Pakistan non fa certamente eccezione. A causa della povertà, infatti, in questo Paese:

  • Non è possibile curare in maniera efficace la poliomielite, considerata malattia endemica;
  • I giovani che non sanno né leggere né scrivere sono quasi dieci milioni;
  • Nel 2015, 245mila bambini entro il ventottesimo giorno della nascita hanno perso la vita per cause che sarebbero state facilmente prevenibili.

La storia

Dietro numeri, dati e parole, ci sono persone vere, in carne e ossa, che ogni giorno devono fare i conti con questi problemi. Storie come quelle di Maqsood, che sembrava condannato a restare analfabeta, come molti suoi coetanei. Mancanza d’istruzione significa non avere la possibilità di costruirsi un futuro migliore. Quindi, mancanza d’istruzione significa non potersi affrancare dalla morsa della povertà.

Cosa possiamo fare

La povertà in Pakistan è un problema grave. Grave ma non insormontabile. Per migliorare le condizioni di vita della parte più povera della popolazione, bisogna:

  • Garantire a tutti l’accesso alle necessarie cure mediche;
  • Creare cooperative e banche delle sementi per migliorare la resa dei raccolti;
  • Attuare corsi di formazione professionali;
  • Organizzare gruppi d’incontro e discussione sull’importanza dell’istruzione.

E, per fare tutto questo, serve il contributo dell’adozione a distanza.

 

Fonte immagine: Asraj Begum/Pak Rural Development Program/ActionAid
Fonte dati: Worldbank.org