Si trova nell’Africa orientale. Ed è uno dei Paesi del continente dove la povertà si fa sentire di più. Questa è l’Etiopia. I cui abitanti, ogni giorno, devono affrontare una situazione difficile.
La situazione in numeri
Anzi, la situazione con un numero. La popolazione dell’Etiopia ammonta a circa cento milioni di persone. Di queste, il trenta per cento circa vive in condizione di povertà estrema. Quindi, stiamo parlando di trenta milioni di persone. In pratica, metà della popolazione italiana.
(Dati: Worldbank.org)
Le conseguenze
Sono diverse. Basti pensare che, secondo i dati dell’Humanitarian requirements document (2016), più di dieci milioni di persone hanno urgentemente bisogno di cibo. A questo bisogna aggiungere altri gravi problemi, come l’elevato tasso di mortalità infantile e l’analfabetismo, diffuso soprattutto tra i giovani e i bambini.
Tre storie per raccontare la povertà
- Wubalech vive nel distretto di Janamora, uno dei più poveri dell’Etiopia. Dove si contano centinaia di migliaia di persone che vivono in condizioni precarie, senza avere nemmeno il cibo necessario per la mera sopravvivenza.
- Ayelech ha cinquant’anni e sette figli. Non riuscivano a guadagnare abbastanza per tutti. Visse uno dei momenti più difficili della sua vita quando fu costretta a mandare i suoi figli a lavorare lontano.
- Leyla ha appena dieci anni. Ogni giorno, ci mette anche quattro ore per portare l’acqua a casa. A piedi. Con tutti i pericoli ai quali può andare incontro durante il tragitto.
C’è tanto da fare…
…per aiutare l’Etiopia a uscire dalla morsa della povertà. È un obiettivo difficile, ma non impossibile. Per riuscirci, bisogna:
- Formare la popolazione sulle nuove tecniche agricole e sulle conseguenze dei cambiamenti climatici sui raccolti;
- Costruire pozzi che permettano a tutta la popolazione, specialmente a chi vive nei villaggi più isolati, di avere sempre acqua a disposizione;
- Organizzare corsi di formazione professionali che permettano ai giovani e alle donne di trovare lavoro ed essere indipendenti;
- Costruire scuole e formare insegnanti.
E possiamo fare tutto questo grazie al contributo dell’adozione a distanza.