16 Gennaio 2019

povertà assoluta e relativa

Si tratta di uno dei più gravi problemi del mondo. Che riguarda milioni e milioni di persone. Risolverlo è una delle grandi priorità dei nostri tempi. Per questo, è bene conoscerlo in maniera approfondita. Ed è bene conoscere la differenza che c’è tra povertà assoluta e povertà relativa.

La povertà nel mondo

Prima di entrare nel dettaglio, bisogna rendere l’idea di quale sia la situazione. La povertà nel mondo non risparmia nessuno, da nord a sud. Si stima che quasi l’11% della popolazione mondiale viva con massimo 1,90 dollari al giorno. Quasi l’11%, in valori assoluti, significa più di ottocento milioni di persone. Che non possono procurarsi nemmeno il minimo necessario per la sopravvivenza.

Burundi, Ruanda e Isole Salomone sono alcuni dei Paesi più poveri del mondo. Non è un caso che due di essi si trovino nel continente africano. Ma non bisogna commettere l’errore di “localizzare” il problema: come già detto (e vale la pena ripeterlo), la povertà riguarda tutti, indistintamente.

Povertà assoluta

Questo concetto viene anche chiamato con un altro nome: povertà estrema. Vi abbiamo già fatto accenno in precedenza ed è la condizione di chi si ritrova a dover vivere con massimo 1,90 dollari al giorno. In questa condizione, non si dispone di risorse essenziali come cibo, acqua, casa, vestiti, medicine.

Povertà relativa

La povertà relativa, invece, è un concetto diverso. Si tratta dell’impossibilità di fruire di beni o servizi in rapporto al reddito pro capite medio di un determinato Paese. Chi si trova in povertà relativa, quindi, potrebbe comunque avere il minimo necessario per la sopravvivenza ma non usufruire di tutte le possibilità e i servizi disponibili in un Paese.

Che sia assoluta o relativa…

…un dato di fatto resta: dobbiamo risolvere il problema della povertà. Dobbiamo fare in modo che tutte le persone possano avere una vita degna di questo nome. Possiamo riuscirci. Ma abbiamo bisogno del tuo aiuto. E del contributo dell’adozione a distanza.

 

Fonte dati: World bank (2013)