Nimo ha 35 anni. Vive in Somaliland. E, a causa della siccità, spinta dalla disperazione, si è ritrovata a dover camminare per otto giorni consecutivi prima di arrivare alla più vicina fonte d’acqua potabile. Ma tutto ciò che trovò, una volta giunta, furono soltanto delle carcasse di animali.
Il Somaliland, infatti, si trova in Africa orientale. Che è una delle zone del mondo maggiormente colpite da siccità periodiche. Quando ciò accade, i raccolti vengono distrutti, le scorte d’acqua si esauriscono rapidamente, le mandrie muoiono. In poche parole, in breve tempo l’intera popolazione è ridotta alla fame.
“Ho allattato mio figlio di sei mesi, ma non ne riesce a ricevere abbastanza perché io per prima non ho cibo sufficiente per nutrirmi”, racconta Nimo.
Un particolare che non deve essere né trascurato né sottovalutato. Perché? La mortalità infantile è uno dei più gravi problemi del mondo. Un problema che nel 2015, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha fatto registrare un pesante tributo in termini di decessi: cinque milioni e 900mila bambini non hanno superato il quinto anno di età. Mentre, secondo i dati del Programma alimentare mondiale, la metà di tali decessi è dovuta a cause direttamente o indirettamente riconducibili a un’alimentazione troppo scarsa, soprattutto nel primo anno di vita.
Ed è esattamente questo il rischio che sta correndo il bambino di Nimo. Ma loro due, e migliaia di altre persone che vivono in Somaliland, fortunatamente non sono stati lasciati da soli. ActionAid, infatti, ha distribuito acqua e generi alimentari che hanno salvato vite umane.
Ma questo non basta. Perché il Somaliland è periodicamente vessato da terribili siccità che mettono in ginocchio l’intera popolazione. La soluzione c’è: questo Paese, tra i più poveri del mondo, deve poter avere i mezzi, le risorse e le infrastrutture per gestire autonomamente il rischio derivante dalla siccità. E anche tu puoi dare il tuo contributo.
Storia e immagine: ActionAid.org.uk