13 Agosto 2015

mutilazioni genitali femminili testimonianze

Spesso le mutilazioni genitali femminili sono soltanto dei numeri. Elevati, impressionanti. Ma restano comunque freddi, inducono al distacco. Ci si dimentica troppo facilmente che dietro quelle semplici successioni di cifre ci sono in realtà delle storie. Storie vere, fatte di dolore e discriminazione, che hanno come protagoniste delle donne in carne e ossa.

Come queste quattro testimonianze che arrivano dal Kenya, uno dei Paesi maggiormente colpiti da tale problema.

Pamela

Aveva appena tre anni quando la madre morì. Poi Pamela ne compì 13 e suo padre la fece sposare con un uomo molto più grande di lei. Un giorno stava raccogliendo legna da ardere quando l’uomo arrivò all’improvviso, la caricò su un camion e, picchiandola lungo il tragitto, la portò nella sua casa. La donna restò chiusa in una baracca per una settimana.

Poco dopo essere arrivata nella casa di suo marito, Pamela fu costretta a subire la mutilazione genitale. Ebbe delle spaventose complicanze durante la nascita della sua bambina. E oggi ha paura di rimanere di nuovo incinta.

Chepatula

Chepatula era lontana da casa quando sua figlia subì la mutilazione. La giovane perse molto, troppo sangue. Fu trattata con delle erbe medicinali usate nel villaggio prima di essere portata nel più vicino ospedale. Ma ormai era troppo tardi.

Chepatula non seppe niente di tutto questo. Semplicemente, le dissero che sua figlia era stata “tagliata” e che aveva perso troppo sangue. Se non fosse stato per la mutilazione, la figlia di Chepatula non sarebbe morta in quell’ospedale.

Everlyne

Aveva 14 anni quando i suoi genitori, a causa della povertà, la tolsero dalla scuola. E pensarono di farle subire la mutilazione genitale per poi poterla dare in moglie. Fortunatamente, il suo insegnante convinse i genitori di Everlyne a farla continuare a studiare. Solo così la giovane ragazza ha evitato l’inferno delle mutilazioni genitali.

Salome

Aveva 12 anni. Suo padre e i suoi fratelli la rinchiusero in casa e chiamarono qualcuno per praticarle la mutilazione. Ma sua madre l’aiutò a scappare, chiedendo al “cutter” di venire più tardi e mandando la piccola a prendere l’acqua.

Salome camminò per più di duecento chilometri. Visse di elemosina. Mangiò qualunque cosa riuscisse a trovare di vagamente commestibile. Oggi Salome ha 14 anni e frequenta regolarmente la scuola. Ma non ha più rivisto la sua famiglia.

 

Ancora oggi, il perché delle mutilazioni genitali femminili non è chiaro: si tratta di un antico retaggio preesistente alle tre grandi religioni monoteiste (l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islamismo). Eppure queste testimonianze parlano chiaro: ci sono milioni di donne nel mondo che hanno bisogno di aiuto.

Un aiuto che puoi dare tu. Grazie all’adozione a distanza.

 

Storie e foto: ActionAid.org.uk