Mutilazioni femminili perché

Al mondo sono circa 140 milioni le donne e le bambine, di età compresa tra gli 8 e i 14 anni, che hanno subito la pratica delle mutilazioni genitali femminili. Ovvero la rimozione totale o parziale dei genitali femminini esterni. Un atto di indicibile violenza, che ha delle spaventose conseguenze fisiche e psicologiche sulla donna. Ma perché succede tutto questo?

Le origini delle MGF

C’è una cosa che non tutti sanno. Le mutilazioni genitali femminili hanno delle origini antichissime. Origini che affondano in un passato pre-cristiano, pre-ebraico e pre-islamico. In altre parole, le MGF non c’entrano assolutamente niente con le questioni di carattere religioso.

L’origine delle mutilazioni genitali femminili resta in parte sconosciuta ancora oggi. Si sa che dovrebbero essere un antico retaggio. E che erano praticate già da Fenici, Ittiti, Egizi, Etiopi. Forse era una sorta di rito che doveva servire a mantenere intatta la “purezza” della donna.

Mutilazioni Genitali femminili: perché vengono praticate?

Se quindi non ci sono riferimenti che indichino un’origine religiosa, perché vengono praticate?

Moltissime sono le testimonianze di donne che hanno subito la pratica delle mutilazioni genitali, ma le ragioni sono complesse e intrecciate:

  • Norma sociale e identità. In molte comunità la MGF è vista come requisito d’appartenenza e di “purezza” femminile.
  • Controllo della sessualità. Si crede riduca il desiderio sessuale, preservando la “fedeltà” della moglie.
  • Pressioni matrimoniali ed economiche. In diversi contesti una ragazza non è considerata “sposabile” se non è stata sottoposta al rito.
  • Interpretazioni religiose. Pur non essendo prescritta da alcun testo sacro, viene talvolta giustificata come obbligo religioso.
  • Riti di passaggio. Segna la transizione dall’infanzia all’età adulta, conferendo status alla ragazza e alla sua famiglia.

Queste motivazioni si trasmettono di generazione in generazione e rendono l’abbandono del rito socialmente difficile, sia per chi subisce che per chi pratica questa violenza.

Qual è la differenza tra Infibulazione e Mutilazione Genitale Femminile?

La differenza principale tra infibulazione e mutilazioni genitali femminili (MGF) sta nel fatto che MGF è il termine generico che indica qualsiasi procedura non medica che comporti la rimozione, la lesione o la modifica dei genitali femminili esterni. Le MGF si classificano poi in 4 tipi secondo la classificazione dell'OMS. L'infibulazione corrisponde al tipo 3 ed è il tipo più estremo e invasivo. Consiste nel restringimento dell'apertura vaginale tramite la creazione di una barriera formata da cuciture o cicatrizzazioni, spesso dopo aver rimosso clitoride e labbra. Resta solo un piccolo foro per urina e mestruazioni.

La fibula e la diffusione dell’infibulazione

Il termine infibulazione tradisce subito la sua origine latina. Il termine deriva dalla parola fibula, ovvero la spilla che serviva a tenere agganciata la toga. La fibula era usata dagli antichi Romani anche sulle proprie mogli per evitare che queste avessero rapporti illeciti.

Quando, a partire dal VII secolo, l’Islam si diffuse nei territori circostanti, portò con sé questa usanza tribale preesistente. Così le mutilazioni genitali femminili si diffusero in Africa e in Medio Oriente.

Mutilazioni genitali femminili: in quali Paesi sono più diffuse?

Oggi, le mutilazioni genitali femminili sono diffuse soprattutto nel continente africano. Mali, Gambia, Mauritania, Gibuti e Somalia sono alcuni dei Paesi dove questo problema si manifesta nella sua forma più grave. Ma le MGF sono diffuse anche in alcuni Paesi dell’Asia.

Al di là di quale possa essere il vero perché delle mutilazioni genitali femminili, l’Organizzazione mondiale della sanità avverte che ci sono circa 3 milioni di donne a rischio nei prossimi dieci anni.

In tutto fanno 143 milioni di donne che hanno bisogno urgentemente di aiuto.

Come combattere le mutilazioni genitali femminili?

Al mondo sono circa 140 milioni le donne e le bambine, di età compresa tra gli 8 e i 14 anni, che hanno subito la pratica delle mutilazioni genitali femminili. Ovvero la rimozione totale o parziale dei genitali femminini esterni. Un atto di indicibile violenza, che ha delle spaventose conseguenze fisiche e psicologiche sulla donna. Ma perché succede tutto questo?

Le origini delle MGF

C’è una cosa che non tutti sanno. Le mutilazioni genitali femminili hanno delle origini antichissime. Origini che affondano in un passato pre-cristiano, pre-ebraico e pre-islamico. In altre parole, le MGF non c’entrano assolutamente niente con le questioni di carattere religioso.

L’origine delle mutilazioni genitali femminili resta in parte sconosciuta ancora oggi. Si sa che dovrebbero essere un antico retaggio. E che erano praticate già da Fenici, Ittiti, Egizi, Etiopi. Forse era una sorta di rito che doveva servire a mantenere intatta la “purezza” della donna.

Mutilazioni Genitali femminili: perché vengono praticate?

Se quindi non ci sono riferimenti che indichino un’origine religiosa, perché vengono praticate?

Moltissime sono le testimonianze di donne che hanno subito la pratica delle mutilazioni genitali, ma le ragioni sono complesse e intrecciate:

  • Norma sociale e identità. In molte comunità la MGF è vista come requisito d’appartenenza e di “purezza” femminile.
  • Controllo della sessualità. Si crede riduca il desiderio sessuale, preservando la “fedeltà” della moglie.
  • Pressioni matrimoniali ed economiche. In diversi contesti una ragazza non è considerata “sposabile” se non è stata sottoposta al rito.
  • Interpretazioni religiose. Pur non essendo prescritta da alcun testo sacro, viene talvolta giustificata come obbligo religioso.
  • Riti di passaggio. Segna la transizione dall’infanzia all’età adulta, conferendo status alla ragazza e alla sua famiglia.

Queste motivazioni si trasmettono di generazione in generazione e rendono l’abbandono del rito socialmente difficile, sia per chi subisce che per chi pratica questa violenza.

Qual è la differenza tra Infibulazione e Mutilazione Genitale Femminile?

La differenza principale tra infibulazione e mutilazioni genitali femminili (MGF) sta nel fatto che MGF è il termine generico che indica qualsiasi procedura non medica che comporti la rimozione, la lesione o la modifica dei genitali femminili esterni. Le MGF si classificano poi in 4 tipi secondo la classificazione dell'OMS. L'infibulazione corrisponde al tipo 3 ed è il tipo più estremo e invasivo. Consiste nel restringimento dell'apertura vaginale tramite la creazione di una barriera formata da cuciture o cicatrizzazioni, spesso dopo aver rimosso clitoride e labbra. Resta solo un piccolo foro per urina e mestruazioni.

La fibula e la diffusione dell’infibulazione

Il termine infibulazione tradisce subito la sua origine latina. Il termine deriva dalla parola fibula, ovvero la spilla che serviva a tenere agganciata la toga. La fibula era usata dagli antichi Romani anche sulle proprie mogli per evitare che queste avessero rapporti illeciti.

Quando, a partire dal VII secolo, l’Islam si diffuse nei territori circostanti, portò con sé questa usanza tribale preesistente. Così le mutilazioni genitali femminili si diffusero in Africa e in Medio Oriente.

Mutilazioni genitali femminili: in quali Paesi sono più diffuse?

Oggi, le mutilazioni genitali femminili sono diffuse soprattutto nel continente africano. Mali, Gambia, Mauritania, Gibuti e Somalia sono alcuni dei Paesi dove questo problema si manifesta nella sua forma più grave. Ma le MGF sono diffuse anche in alcuni Paesi dell’Asia.

Al di là di quale possa essere il vero perché delle mutilazioni genitali femminili, l’Organizzazione mondiale della sanità avverte che ci sono circa 3 milioni di donne a rischio nei prossimi dieci anni.

In tutto fanno 143 milioni di donne che hanno bisogno urgentemente di aiuto.

Come combattere le mutilazioni genitali femminili?

L'Obiettivo 5 dell'Agenda 2030 nei suoi punti essenziali si prefigge di porre fine a tutte le forma di discriminazione contro le donne e le ragazze a livello globale e di eliminare ogni forma di violenza di genere.
ActionAid lavora a livello globale per difendere i diritti delle donne e delle bambine, promuovendo la lotta ai matrimoni precoci e alle mutilazioni genitali femminili.

Con ActionAid ognuno di noi ha il potere di fare la differenza: adottare una bambina a distanza significa permetterle di studiare e crescere in un ambiente sicuro e amorevole dove vedere garantiti i propri diritti e supportare la sua intera comunità promuovendo progetti di empowerment economico, istruzione e protezione dalla violenza