26 Febbraio 2018

Essere “tagliate” in giovane, se non giovanissima, età. Ecco, in estrema sintesi, come si possono descrivere le mutilazioni genitali femminili. Un orrore “normale” raccontato nel documentario Ragazze della terra (Girls from earth).

Il documentario

Si tratta di un viaggio. Un viaggio fatto da giovani ragazze, donne e uomini attraverso i Paesi in cui le mutilazioni genitali femminili sono, ancora oggi, praticate. Per raccontare, forse, il vero aspetto cruciale di questo problema: in molte zone del mondo, le FGM sono considerate del tutto normali e completamente accettate dalla comunità.

I dati

Secondo i dati statistici, oggigiorno ci sono duecento milioni di ragazze e giovani donne che vivono avendo subito l’orrore delle FGM. La maggior parte di loro le ha subite prima di aver compiuto i 15 anni di età. Le FGM hanno delle conseguenze terribili per la persona, sia dal punto di vista fisico (infezioni, dolore, impossibilità di avere bambini) sia psicologico (depressione, attacchi di panico). Non sono rari i casi di suicidi causati dall’essere state sottoposte alle mutilazioni.

Ma c’è un altro dato, se possibile, ancora più preoccupante. Ogni anno, sono circa tre milioni le bambine a rischio FGM. Questo significa che tale orrore è ben lungi dall’essere debellato.

(Dati: Who)

Dove vengono praticate

Principalmente, questa pratica sopravvive soprattutto nei Paesi del continente africano. Paesi come l’Etiopia, dove circa il 74% di donne e ragazze sono state “tagliate”, o come la Sierra Leone, dove questa percentuale sale addirittura all’88%. Ma non è solo l’Africa: le FGM sopravvivono ancora in Asia meridionale.

Cosa possiamo fare

Le FGM sono una questione culturale. Nelle comunità in cui vengono praticate, sono ritenute, come abbiamo già detto, “normali”. Quindi, per estirparle occorrono campagne di sensibilizzazione e informazioni sulle vere conseguenze delle mutilazioni genitali femminili. Inoltre, bisogna aiutare le donne che le hanno subite e tendere una mano alle giovani ragazze che cercano di scappare da esse.

È possibile fare tutto questo. Anche grazie al contributo dell’adozione a distanza.