La violenza sulle donne nel mondo può assumere diverse forme. Alcune chiare, manifeste. Altre, molto più subdole e accettate dalle singole comunità o culture. Una di tali forme è proprio quella delle molestie in strada. Un problema particolarmente grave. Soprattutto in alcuni Paesi.
I 3 Paesi
In un mese (ottobre 2016):
- Il 73 per cento delle donne in India;
- Il 76 per cento delle donne in Thailandia;
- L’87 per cento delle donne in Brasile;
Hanno dichiaro di aver subito molestie. Questo, in particolare, avviene nelle strade di Delhi, anche in pieno giorno; di sera, nelle strade delle principali città del Brasile; non solo in strada ma anche sugli autobus, ancora in pieno giorno, stavolta in Thailandia.
Tutto questo ha delle conseguenze nella vita delle donne che devono subire le molestie. In Thailandia, ad esempio, molte donne, quando escono di casa, sono mentalmente pronte a usare un qualsiasi oggetto contundente come se fosse un’arma. Una percentuale significativa delle donne in Brasile cerca di evitare di prendere i mezzi pubblici.
Situazioni che sarebbe riduttivo definire paradossali.
Le cause
Perché succede tutto questo? Anche per le molestie in strada vale quanto detto sulle cause della violenza sulle donne nel mondo:
- Basso livello d’istruzione;
- Avere subito violenza da bambino;
- Avere assistito a scene di violenza familiare;
- Abuso di alcool;
- Accettare la violenza come un fatto culturale;
- Disparità di genere.
Quando si riscontrano questi fattori, aumenta anche il rischio che una donna possa subire violenza.
Le soluzioni
Analizzando le cause, si evince un particolare importante: la violenza sulle donne, e il fenomeno delle molestie sessuali in strada non fa certamente eccezione, è soprattutto un problema culturale. Ed è a livello culturale che bisogna intervenire:
- Organizzando gruppi di ascolto;
- Parlando con le comunità dove la violenza sulle donne viene accettata;
- Incoraggiando le donne a denunciare le violenze subite;
- Aiutando le donne che trovano il coraggio di denunciare.
Dati: ActionAid.org.uk
Fonte immagine: Tatyana Fazlalizadeh/ActionAid.org.uk
