
In un mondo segnato da profonde disuguaglianze, conflitti, cambiamenti climatici e crisi economiche, milioni di persone si trovano costrette a lasciare le proprie terre. Ma cosa accadrebbe se migrare non fosse più una necessità dettata dalla sopravvivenza, ma una libera scelta? ActionAid, attraverso i programmi di sostegno a distanza, lavora proprio su questo: riconoscere e rafforzare il diritto di restare.
Il volto umano della migrazione forzata
La migrazione non è un fenomeno nuovo. Tuttavia, negli ultimi decenni, si è trasformata sempre più in una risposta estrema a situazioni insostenibili. Guerre, disastri naturali, siccità, fame, mancanza di accesso all’istruzione e alla sanità: sono queste le condizioni che spingono milioni di persone, soprattutto nei Paesi del Sud globale, ad abbandonare le proprie case.
Dietro ogni migrante c’è una storia fatta di legami spezzati, di terre abbandonate, di sogni interrotti. Non si parte mai a cuor leggero. Per molti il viaggio è pericoloso, costellato di violenze, sfruttamenti, confini invalicabili e muri sempre più alti. Basti pensare a come è nata la Giornata Internazionale dei Migranti che ogni anno ci ricorda la morte di 28 migranti provenienti dal Mali trasportati in un camion come fossero merci.
Ma anche chi riesce ad arrivare trova spesso ostilità, precarietà e discriminazione.
Il diritto di restare: un principio da affermare
ActionAid ribalta la prospettiva. Con la campagna “Il diritto di restare”, si vuole affermare un principio fondamentale ma troppo spesso trascurato: ognuno dovrebbe avere la possibilità di restare nella propria terra, vivere con dignità e costruire un futuro senza dover fuggire.
Il diritto di restare non è solo un ideale, ma un percorso concreto che si costruisce attraverso azioni locali, empowerment delle comunità e politiche inclusive. È un diritto che nasce dall’accesso al cibo e all’acqua, dal diritto all’istruzione e alla partecipazione democratica. È il diritto di coltivare il proprio campo senza paura che la siccità lo distrugga. È il diritto di far crescere i propri figli in un contesto sicuro. È il diritto di restare perché si hanno opportunità reali di vivere una vita piena e degna.
Rimpatri forzati: quando la migrazione fallisce due volte
Il fallimento delle politiche migratorie si manifesta in modo drammatico nei rimpatri forzati, spesso presentati come soluzioni neutrali o necessarie. Ma la realtà è ben diversa. ActionAid lo documenta con chiarezza nello studio La migrazione fallita – Il caso del Gambia, che analizza le gravi conseguenze dei rimpatri forzati per migliaia di giovani gambiani che, dopo essere stati respinti o espulsi dall’Europa, sono rientrati nel proprio Paese senza alcun supporto, reinserimento o prospettiva.
Lo studio dimostra come l’assenza di un reale progetto di reintegrazione produca nuove marginalità, povertà e frustrazione. Molti di questi giovani, rientrati con traumi profondi e senza opportunità, si ritrovano a vivere nuovamente una condizione di esclusione, spinti a considerare una nuova migrazione – più pericolosa, più disperata – come unica via d’uscita.
Crisi climatiche e giustizia ambientale
Uno dei principali fattori che spingono alla migrazione forzata è la crisi climatica. In molti Paesi del Sud del mondo, i cambiamenti del clima stanno devastando i mezzi di sussistenza: raccolti distrutti, siccità prolungate, eventi estremi sempre più frequenti. Chi vive di agricoltura familiare è spesso il primo a pagarne il prezzo.
ActionAid interviene con progetti di agricoltura sostenibile, tutela delle risorse idriche e formazione delle comunità rurali. Promuove l’adattamento climatico e sostiene le donne contadine, che spesso sono le più colpite e allo stesso tempo le più capaci di guidare la resilienza locale. Combattere infine il fenomeno del land grabbing che ha conseguenti devastanti sulle comunità e impatti diretti sui diritti e sul benessere delle persone.
Empowerment delle donne e delle ragazze
Le donne sono spesso le più penalizzate in contesti di crisi. Non solo perché le donne subiscono discriminazioni multiple, ma perché sono tra le prime a sacrificarsi per il bene della famiglia. Tuttavia, sono anche agenti di cambiamento fondamentali. Dove vengono messe in condizione di partecipare, guidano trasformazioni straordinarie.
ActionAid sostiene programmi che promuovono l’empowerment femminile: dall’accesso all’istruzione alla lotta contro la violenza di genere, dalla leadership comunitaria alla formazione professionale. Rafforzare le donne significa rafforzare l’intera comunità e creare alternative reali alla migrazione.
Educazione, diritti e comunità resilienti
Un altro pilastro per garantire il diritto di restare è l’accesso all’educazione. In molti contesti rurali, le scuole sono carenti, lontane o inesistenti. I bambini, in particolare le bambine, rischiano di abbandonare presto il percorso educativo per lavorare o sposarsi precocemente.
L’adozione a distanza consente ad ActionAid di costruire scuole, formare insegnanti, garantire materiale didattico, e soprattutto, sensibilizzare le famiglie sull’importanza dell’istruzione. Educare significa dare strumenti per comprendere i propri diritti, per restare, per costruire un futuro diverso, nella propria terra.
Iniziative solidali che fanno la differenza
Ogni progetto sostenuto da ActionAid è costruito insieme alle comunità locali, in modo partecipativo e trasparente. Non si tratta di assistenza, ma di partnership basate sull’ascolto e sulla valorizzazione delle risorse esistenti.
Un esempio? In Mozambico, dove la desertificazione avanza, ActionAid ha promosso orti comunitari gestiti da donne, recuperando semi tradizionali resistenti alla siccità. In Honduras, ha formato comitati giovanili per la difesa dell’ambiente e dei diritti umani. In Senegal, ha sostenuto cooperative agricole locali per aumentare l’autonomia alimentare.
Tutte queste iniziative hanno un obiettivo comune: rendere le comunità più forti, più unite, più capaci di affrontare le sfide e di scegliere, liberamente, se partire o restare.
Un’adozione a distanza è molto più di un aiuto
Sostenere un bambino o una bambina a distanza con ActionAid significa prendere parte a un progetto di giustizia globale. Significa dire no alle disuguaglianze, no a un mondo in cui solo pochi possono scegliere. Significa credere in un futuro in cui ogni persona possa restare nella propria terra, vicino ai propri affetti, con dignità.
Ogni contributo non solo garantisce beni primari, ma rafforza un intero ecosistema sociale: dalla scuola al villaggio, dalla salute al lavoro, dalla formazione alla consapevolezza.
Il diritto di restare non è solo una campagna: è un movimento di persone che credono nella giustizia sociale, nella solidarietà e nell’equità. È un’azione concreta per cambiare le cause profonde della migrazione forzata. È un seme che, grazie al tuo aiuto, può crescere.