Spose bambine testimonianze

I matrimoni precoci e forzati rappresentano una drammatica violazione dei diritti umani, colpendo milioni di bambine nel Sud del mondo. Ogni giorno circa 33.000 bambine vengono costrette a sposarsi prima dei 18 anni. Queste pratiche interrompono l’istruzione, compromettendo lo sviluppo fisico e psicologico, e spesso espongono le vittime a gravidanze ad alto rischio e violenze durevoli.

Sconfiggere il fenomeno dei matrimoni precoci implica promuovere l’istruzione, rafforzare la consapevolezza dei diritti e offrire supporto concreto alle vittime: un percorso in cui ActionAid svolge un ruolo fondamentale.

La forza delle parole: testimonianze di spose bambine che rompono il silenzio

Ogni anno, 12 milioni di bambine nel mondo vengono costrette a sposarsi contro la loro volontà, in età in cui dovrebbero solo andare a scuola, giocare e sognare il futuro. I matrimoni precoci e forzati sono una forma grave di violenza di genere: interrompono il percorso educativo, espongono a gravidanze precoci e pericolose, e annientano l’autonomia personale. Questo fenomeno riguarda oggi circa 650 milioni di donne che sono state costrette a sposarsi da bambine, e continua a crescere alimentato da povertà, disuguaglianze e norme culturali patriarcali.

Ma dietro i numeri, ci sono storie. E ci sono voci che hanno trovato il coraggio di parlare. Come quella di Savelat, che vive in Pakistan. Fu costretta a sposarsi quando aveva appena 8 anni. A distanza di anni, è lei stessa a raccontare quanto ha subito e come abbia trovato la forza di reagire:

“Frequento il Reflect Centre e informo donne e ragazze sulle conseguenze che i matrimoni precoci possono avere. Non voglio vedere un’altra ragazza del mio villaggio costretta a sopportare la maledizione del matrimonio precoce.”

Il cambiamento nella sua vita è stato possibile grazie al supporto di ActionAid, che le ha permesso di accedere a uno spazio sicuro dove confrontarsi, informarsi e ricostruire la propria identità. Oggi Savelat è una giovane attivista, impegnata nel sensibilizzare genitori e coetanee sul fatto che il matrimonio precoce è un crimine e può – deve – essere fermato.

Anche in Etiopia, la minaccia del matrimonio precoce incombe su molte bambine. Chuchu, ad esempio, è riuscita a evitarlo grazie a un progetto di ActionAid nella sua comunità. Prima, nella sua scuola non c’erano abbastanza insegnanti e molte ragazze erano costrette ad abbandonare gli studi. Ma con il contributo delle adozioni a distanza, sono stati formati nuovi docenti e aperti spazi educativi più sicuri.

“Ora trascorro le mie giornate aiutando mia madre nei lavori di casa: do da mangiare alle mucche, vendo il latte al mercato e pulisco la casa”, racconta Chuchu.

Ma soprattutto, oggi può frequentare la scuola e immaginare un futuro diverso, senza essere costretta a diventare moglie e madre da adolescente.

I programmi di ActionAid nei contesti più fragili impattano su più fronti: dall’accesso all’istruzione alla protezione legale, dal dialogo con le famiglie al rafforzamento dell’autostima delle ragazze. Il loro lavoro è volto a rompere il ciclo della violenza e a generare trasformazioni durature.

In molti casi, come evidenziato anche in un approfondimento pubblicato da ActionAid, i matrimoni forzati sono il frutto di un mix di tradizioni, pressione sociale e mancanza di alternative. Le stesse famiglie sono spesso artefici di queste costrizioni e non hanno i mezzi culturali per difendere le bambine dai loro carnefici.

Ce lo racconta bene Samiun che in Bangladesh è stata costretta a sposarsi quando aveva 12 anni e che per due volte ha provato a scappare da questo destino tornando nel posto dove torna una bambina - a casa – senza però trovare supporto dalla famiglia che l’ha anzi riportata dal marito. Solo l’intervento di Actionaid, anni dopo, le ha permesso di riprendere in mano la sua vita:

“Prima non avevo la libertà di muovermi e parlare con altre persone. Oggi invece posso uscire e incontrarmi con altre ragazze. Aiuto le altre giovani mantenere la propria libertà, spiegando quanto sia importante”.

Altre testimonianze di spose bambina raccolte sul campo, raccontano il senso di annullamento e di perdita di sé che accompagna tante giovanissime in questa condizione.

“Quando una bambina è costretta a sposarsi, è come se smettesse di esistere come persona. Diventa proprietà di qualcun altro.”

In questo contesto si inserisce anche la testimonianza di Pirimhamedu Kuliwa che in Tanzania, dopo aver subito violenza ed essere rimasta incinta giovanissima è stata costretta a sposarsi in un circolo vizioso di abusi. Ma Piri ci racconta anche del suo riscatto che la vede oggi impegnata come attivista proprio in difesa di quei diritti delle donne che a lungo le erano state negate.

Come lei, grazie al lavoro nelle comunità, al sostegno delle adozioni a distanza e a programmi di empowerment, molte bambine oggi possono dire di aver ripreso in mano la propria vita. Possono studiare, scegliere, e soprattutto parlare. Parlare per sé stesse, e per tutte le altre che ancora non possono farlo.

Il ruolo di ActionAid contro i matrimoni precoci: protezione, educazione e cambiamento

  1. Centri di rifugio ed empowerment
    I Reflect Centre, come quello che ha sostenuto Savelat, offrono formazione sui diritti e supporto psicologico, trasformando vittime in agenti di cambiamento comunitario
  2. Accesso all’istruzione
    Progetti come quello a Chuchu dimostrano l’impatto concreto della costruzione di scuole e della formazione degli insegnanti. In molti contesti, l’unico antidoto al matrimonio precoce è garantire un’educazione di qualità
  3. Advocacy e campagne sociali
    Attraverso testimonianze, sensibilizzazione mediatica e partnership, ActionAid porta all’attenzione internazionale il dramma delle spose bambine ed esercita pressione per misure più efficaci.

Le testimonianze di Savelat, Chuchu e di tante altre bambine spezzano il silenzio sul matrimonio precoce, rivelando un sistema che le priva di infanzia, istruzione e libertà. Tuttavia, grazie alla formazione, alla protezione e all’advocacy di ActionAid, molte hanno trovato la forza per ricostruire la propria vita e aiutare altre ragazze a sfuggire a violenze di genere radicate.

Sostenere queste iniziative attraverso l’adozione a distanza significa investire nel presente e nel futuro di intere comunità. Adotta una bambina a distanza e combatti contro il fenomeno delle spose bambine.