09 Aprile 2019

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Essere bambini è un lusso per tanti minori che vivono nei paesi meno sviluppati, dove l’infanzia è negata a 1 bambino su 4, dai 5 ai 17anni. Alcuni di loro non hanno mai visto una bicicletta, o un’aula, e non hanno più la forza per giocare. Questa è la piaga del lavoro minorile e degli schiavi moderni, costretti tutto il giorno a condizioni di vita terribili.

Il lavoro minorile oggi

Nel mondo si calcola che siano 10 milioni i bambini schiavizzati, e 160 milioni quelli costretti al lavoro minorile con orari e compiti massacranti, in condizioni difficili quando non estremamente pericolose. I motivi che li portano a lavorare sono tantissimi: dagli sfruttatori alle famiglie stesse, che vivono in completa povertà, e all’oscuro delle conseguenze che questa condizione avrà sullo sviluppo fisico e psicologico dei loro piccoli. Quella, è l’unica realtà che conoscono.

La situazione è così grave da essere stata inserita al punto 8 del piano di sviluppo sostenibile dell’ONU, che si propone di eliminare il lavoro minorile e la schiavitù moderna in tutte le sue forme, da tutto il mondo, entro il 2030. Passi in avanti ne sono stati fatti, anche se non abbastanza. Nel 2000 il numero dei bambini sfruttati era di 246 milioni, contro i 160 milioni di oggi. Tante vite sono state salvate, ma tante altre hanno bisogno di aiuto.

Il lavoro minorile è presente soprattutto in Asia, nelle regioni del Pacifico e in Africa, dove lavora un bambino su cinque. Ci sono bambini nelle miniere, nei campi da zappare, nei negozi a trasportare pacchi più grandi di loro. Gli schiavi veri e propri, che sono minacciati di morte se rifiutano il lavoro, sono 10 milioni: sono bambini sfruttati per guadagnare soldi che non vedranno mai, alcuni torturati, incatenati alle macchine da lavoro o picchiati se rifiutano di scendere in miniera.

Lavorare per pochi centesimi al giorno

Sotto il riflettore dell’opinione pubblica sono finiti alcuni casi importanti. I bambini nel Nord Est dell’India, per esempio, che lavorano all’estrazione della mica, il minerale che dà agli ombretti la loro texture brillante. Sono bambini anche al di sotto dei 12 anni, che scendono nelle miniere e respirano polveri dannose tutto il giorno. Un chilo di mica gli vale 62 centesimi, e viene venduto all’estero anche per 1000 dollari.

In Costa d’Avorio e Ghana, 2,1 milioni di bambini raccolgono semi di cacao per 78 centesimi di dollaro al giorno: uno sfruttamento indescrivibile se si pensa che secondo Fairtrade (Onlus che si occupa dei marchi di certificazione del commercio equo-solidale), una paga onesta dovrebbe essere tre volte tanto.

In Burkina Faso invece, i bambini nelle miniere d’oro sono tra il 30 e il 50% della forza lavoro, tra gli 8 e i 18 anni: scendono anche a 170 metri di profondità nella terra e respirano costantemente sostanze dannose per l’estrazione dei minerali come cianuro, mercurio ed esplosivi. Resistono abusando di alcol, cannabis, e anfetamine, un’iniezione di coraggio per affrontare una vita completamente ingiusta.

Ultimo, ma purtroppo non ultimo, il Congo, dove il lavoro minorile nelle miniere di cobalto interessa 40 mila bambini che scavano a mani nude, anche 24 ore al giorno. Il cobalto serve per costruire le batterie di smartphone, tablet, e dispositivi elettronici e si trova all’interno di miniere costruite artigianalmente che rischiano costantemente di crollare, oppure all’esterno dove i bambini lavorano anche in condizioni meteorologiche impervie. Tutto per 1 euro al giorno, che basta per una manciata di riso e qualche verdura da portare alla famiglia.

Con meno di 1 euro al giorno ActionAid garantisce a tantissimi bambini l’accesso ai loro diritti fondamentali come salute, cibo, acqua e istruzione. In altre parole, l’adozione a distanza garantisce il loro diritto a vivere l’infanzia che meritano.