I dati raccontano una situazione preoccupante: due terzi del totale degli analfabeti è rappresentato da donne. La maggior parte di loro vive in alcuni dei Paesi più poveri del mondo. Questo significa che l’istruzione non è un diritto riconosciuto a tutte le donne del mondo.
Anche se la situazione è grave, ci sono comunque dei barlumi di speranza. Racconti di donne che, nonostante le difficoltà, ce l’hanno fatta a studiare, a cambiare le loro vite e quelle degli altri. Storie come queste tre.
Simon Abigail (Nigeria)
Simon Abigail ha appena 16 anni ma è già la leader del Manchok girls’ club, organizzato da ActionAid. Ciò che fanno in questo club lo descrive la stessa Simon:
“Incoraggio ragazze a continuare a frequentare la scuola. Voglio far capire ai politici della Nigeria quanto sia importante dare un’istruzione alle ragazze e spiegare perché le ragazze hanno bisogno di aiuto per studiare: spesso, i genitori pagano le rette scolastiche per i figli e non per le figlie”.
Carolina (Ghana)
Ogni giorno, Carolina deve camminare per due ore prima di raggiungere la scuola più vicina. Arrivava sempre in ritardo. Senza considerare tutti i pericoli ai quali poteva andare incontro durante il tragitto. Ma un giorno ha ricevuto una bicicletta. Sì, una semplice bicicletta.
“Adesso vado a scuola ogni giorno e sto avendo degli ottimi risultati. Sono determinata a rimanere a scuola e andare al college, così da poter diventare insegnante”.
Subarna (Bangladesh)
Il suo sogno di diventare medico stava per essere infranto dalle violente alluvioni che colpiscono il Bangladesh e distruggono tutto, impedendo ai bambini di andare a scuola. Adesso, vicino al villaggio di Subarna è stata costruita un’apposita struttura dove i tutori aiutano le bambine a continuare con i loro studi.
“Se questo spazio per bambini non fosse stato qui, avremmo dovuto affrontare un sacco di problemi. Non avremmo potuto studiare. Io ora sarei seduta a casa senza la possibilità di fare niente”.
Simon, Carolina e Subarna hanno potuto studiare per un solo motivo: perché qualcuno, come te, ha dato il suo contributo tramite l’adozione a distanza.
Fonte immagine: Rachel Palmer/ActionAid.org.uk
Storie: ActionAid.org.uk