
Spose bambine: la realtà dei matrimoni precoci che rubano l’infanzia
Ogni giorno, circa 33.000 bambine vengono costrette a sposarsi prima dei 18 anni.
Il matrimonio precoce è una delle più gravi violazioni dei diritti umani: nega alle bambine la possibilità di studiare, crescere e scegliere liberamente.
Dietro ogni numero ci sono volti e testimonianze di spose bambine, storie di chi ha dovuto abbandonare la scuola, affrontare violenze e diventare madre troppo presto.
Ma ci sono anche storie di rinascita, storie di ragazze e di donne che grazie ai nostri programmi hanno potuto tornare a studiare e oggi lottano per difendere i diritti di altre bambine.
Perché solo investendo nell’istruzione e nella libertà delle bambine possiamo spezzare questo ciclo di ingiustizia.
“I Will Marry When I Want”: il diritto di scegliere il proprio futuro
“I Will Marry When I Want” è la nostra nuova campagna contro i matrimoni precoci, un inno alla libertà e all’autodeterminazione femminile.
Un messaggio diretto e potente che nasce da una poesia scritta da Eileen Piri, una ragazza tredicenne del Malawi, e portata alla luce dall’attivista Memory Banda durante un suo intervento TEDx. Quelle parole, piene di coraggio e dolore, rappresentano la voce di milioni di bambine nel mondo che non vogliono più subire un destino imposto, ma scegliere chi essere e cosa diventare.
Il film della campagna, girato nel distretto di Namutumba, una delle aree dell’Uganda dove il tasso di matrimoni precoci è tra i più alti, è una vera esplosione di energia e simbolismo.
Protagoniste del video sono le alunne della Buwongo Primary School, una scuola elementare che sosteniamo attraverso il programma di adozione a distanza. Sono loro, bambine che vivono ogni giorno il rischio di essere costrette a sposarsi troppo presto, a trasformarsi in simboli viventi di resistenza.
Sullo schermo, le vediamo giocare, correre, ridere, ma anche distruggere: un abito da sposa, un bouquet, un topper nuziale, tutti oggetti tradizionalmente legati al matrimonio.
In quelle immagini, la “giocosa distruzione” diventa un gesto liberatorio, il modo più naturale per dire “no” a una realtà che nega l’infanzia e i sogni.
Mentre le parole di Eileen risuonano come un canto di emancipazione, le note di “Selfish Soul” di Sudan Archives amplificano la forza del messaggio: la libertà di essere sé stesse è un atto di ribellione e di orgoglio.
La regia è firmata da Zee Ntuli, regista sudafricano noto per la sua capacità di raccontare le dinamiche sociali e identitarie con uno sguardo autentico e poetico.
La sua visione restituisce un ritratto potente e inedito della forza femminile: qui non c’è compassione, ma energia, gioco e determinazione.
L’empowerment femminile come chiave del cambiamento
La campagna non parla solo di denuncia, ma di empowerment: la possibilità per ogni bambina di conoscere i propri diritti, studiare e costruire un futuro libero dalla violenza.
L’istruzione è il primo passo verso la libertà. Nei Paesi dove operiamo, sosteniamo scuole, centri di formazione e programmi di leadership femminile che aiutano le ragazze a diventare protagoniste del cambiamento.
Empowerment femminile significa trasformare la forza individuale in progresso collettivo, rompendo norme sociali e culturali che ancora oggi limitano le donne.
Ogni donna che conquista indipendenza influenza positivamente la propria famiglia, la comunità e la società.
Agire insieme per un futuro senza spose bambine
Dire basta ai matrimoni precoci significa difendere il diritto all’infanzia, all’istruzione e alla libertà di scelta. E ognuno di noi può fare la differenza.
Sostenere una bambina a distanza significa proteggerla dal rischio di un matrimonio precoce, garantirle la possibilità di andare a scuola e crescere in una comunità più equa e consapevole. Ogni adozione a distanza è un passo concreto verso un futuro in cui nessuna bambina dovrà più rinunciare ai propri sogni.
Scopri come sostenere l’empowerment delle bambine e delle donne nel mondo
Perché una bambina che studia è una bambina che sceglie. E una bambina che sceglie sarà una donna libera.