12 Aprile 2022
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Il 50% del grano e dei cereali distribuiti dal World Food Programme (WFP) nei Paesi in crisi umanitaria proviene da Russia e Ucraina. Con la guerra in Ucraina, questo approvvigionamento è crollato per due ragioni: da una parte il governo ucraino sta trattenendo un numero maggiore di cibo per aiutare la propria popolazione e prevenire una carestia interna, dall’altra il governo russo ha bloccato l’export dell’Ucraina che arrivava ad Africa e Medio Oriente attraverso il Mar Nero.

Il taglio netto alle esportazioni di grano, olio di girasole e fertilizzanti è una condanna per la crisi alimentare che sta avendo luogo nel Corno d’Africa, dove più di 13 milioni di persone tra Etiopia, Kenya e Somaliland stanno affrontando una crisi senza precedenti.

Guerra in Ucraina, carestia in Africa

È la prima volta in anni che una guerra dall’altra parte del mondo ha effetti così devastanti sulle realtà africane. Il Corno d’Africa era già particolarmente in difficoltà: i due anni di pandemia si sono sommati alla devastazione dei raccolti a causa delle locuste e alla siccità, ancora lontana dal passare dopo che anche questa stagione delle piogge è saltata. Tutto questo sta causando un enorme peggioramento della malnutrizione in Africa, soprattutto per i bambini.

In Somaliland non piove da un anno. Sono a rischio 1,2 milioni di persone. Prima della guerra in Ucraina, la siccità aveva portato il prezzo di 200 litri d’acqua da 1 a 5 dollari. Un lusso per le moltissime famiglie colpite dalla povertà in Africa. Con la guerra in Ucraina, anche il prezzo del riso è aumentato, passando da 20 a 30 dollari per 25 kg.

Altri numeri in crescita dovuti alla crisi riguardano la violenza di genere e i matrimoni precoci. Le innumerevoli difficoltà delle famiglie stanno causando un ritorno della pratica dei matrimoni forzati: le giovani ragazze vengono date in sposa in cambio di cibo e acqua, sono costrette ad abbandonare la scuola e sono più esposte a violenza.

È una situazione che ActionAid sta gestendo il più possibile insieme ai gruppi organizzati di donne nelle comunità locali che offrono riparo e spazi sicuri a chi riesce a scappare, dove ricevono supporto psicologico, medico e legale.

Per rispondere alla crisi alimentare e alla siccità africana, i governi di Kenya, Somaliland ed Etiopia, stanno investendo in servizi e infrastrutture ma c'è bisogno di maggior sostegno perché la siccità nel Corno d’Africa sta mettendo in ginocchio la popolazione. Solo in Somalia, la carestia ormai conclamata, ha portato 2,5 i milioni di persone a vivere in crisi alimentare, e 700mila si trovano in emergenza grave.

La vita di Sagal in Somaliland

Dal Somaliland ci arriva la storia di Sagal: una donna di 40 anni, all’ottavo mese di gravidanza, già madre di due figli, che vive con il marito nel campo di Giro-Sumo IDP. Con ActionAid, stiamo sostenendo la sua comunità di Gaboye da anni, ma con la riduzione dei contributi da parte dell’ONU la situazione è diventata molto complicata, tanto che le madri stanno rinunciando a mangiare per poter dare ai figli almeno un pasto al giorno.

È terribile per una madre vedere un figlio mangiare una sola volta al giorno. Io sono triste, ogni giorno di più. Non possiamo permetterci più di questo e viviamo in un rifugio che non ci protegge né dal freddo né dal caldo cocente”.

L’unica cosa che permette loro di gestire un minimo i morsi della fame è il tè nero che Sagal prepara ogni giorno per sé e per i suoi figli. Quando non c’era questa siccità, prima del 2017, Sagal aveva una vita prospera: allevava animali che le permettevano di far crescere i suoi figli sani. “Ora tutti gli animali sono morti. Non piove più, il clima è cambiato e ogni giorno è sempre peggio. Ma se ricominciasse a piovere tornerebbe la prosperità e tutto ritornerebbe al proprio posto”.

Intanto, lei e molte altre famiglie sono emigrate a Giro-Sumo, dove l’accesso all’acqua è gratuito.  Anche se non è molto, ma permette di sperare in meglio. Possiamo rendere la vita di Sagal e dei suoi figli migliore, ma c’è bisogno di ogni contributo possibile. Dona ora!