18 Ottobre 2023
Giustizia climatica e disuguaglianze globali

Gli effetti della crisi climatica sono sempre più evidenti a livello globale, ma sono i Paesi del Sud del mondo a pagarne le conseguenze peggiori, nonostante siano quelli che meno hanno contribuito alle emissioni. Nel principio di giustizia climatica rientrano due aspetti principali: riconoscere le diseguaglianze legate al Climate Change, aggravato dai Paesi più industrializzati a svantaggio delle Nazioni e delle comunità che ne subiscono gli effetti peggiori e ripristinare i principi di equità e giustizia per tutte le popolazioni del mondo.

Di giustizia climatica si è parlato molto nel 2009, durante la conferenza Onu di Copenaghen, quando le delegazioni africane hanno evidenziato la necessità di una ridistribuzione di diritti, doveri e risorse per gestire la crisi ambientale in un continente che produce solo il 4% delle emissioni serra, ma che sta pagando le conseguenze di quelle del resto del mondo. La lotta per la giustizia climatica è una priorità per tutelare queste popolazioni, rese già estremamente vulnerabili dal limitato accesso alle risorse fondamentali.

La giustizia climatica: redistribuire i diritti

Nel 2023 abbiamo assistito a diversi disastri climatici che hanno colpito molti Paesi del mondo. Siccità, ondate di caldo, inondazioni e cicloni hanno interessato città e comunità vicine e lontane. Secondo una ricerca condotta da ActionAid, anche se i governi riuscissero a rispettare gli obiettivi prefissati per limitare i danni all’ambiente, più di 60 milioni di persone nella sola Asia meridionale sarebbero comunque costrette a emigrare a causa dell’innalzamento del livello del mare, dello stress idrico, della siccità e della perdita di risorse dell’ecosistema (Fonte: How the Finance Flows - The Banks Fuelling the Climate Crisis).

Per questo motivo, noi di ActionAid stiamo portando avanti la campagna Fund Our Future, che chiede alle banche di fermare gli investimenti in combustibili fossili e agricoltura industriale nei Paesi del Sud del Mondo. L’agricoltura gestita dalle grandi industrie è la seconda responsabile delle emissioni globali; si tratta di un tipo di coltivazione fondato sulla deforestazione, sull’agricoltura intensiva e sull’uso massiccio di prodotti chimici industriali che portano a una grande emissione di gas serra oltre che all’inquinamento delle risorse naturali.
Queste attività sono una minaccia non solo ambientale, ma anche al lavoro di miliardi di piccoli coltivatori.

Mentre le comunità di Africa, Asia e America Latina affrontano gli effetti degli eventi climatici estremi sempre più frequenti, come inondazioni, siccità e cicloni, i finanziamenti alle aziende che intendono continuare a sfruttare queste terre non stanno diminuendo ma anzi continuano, con l’obiettivo di creare nuove miniere, pozzi di gas, oleodotti, centrali elettriche a carbone, piantagioni di monocolture nutrite dai fertilizzanti fossili e pesticidi. Le popolazioni autoctone si battono sempre più strenuamente per difendere il proprio diritto alla terra e all’accesso all’acqua; affrontando un grave peggioramento delle proprie condizioni di vita a causa dell’inquinamento, che provoca un numero sempre maggiore di morti premature.
Ogni giorno, noi di ActionAid lavoriamo per sostenere le comunità più colpite dai cambiamenti climatici e per aiutarle a sviluppare la resilienza.

Climate Justice: la terra è di tutti

La crisi climatica non ha conseguenze uguali per tutti. Il Malawi, ad esempio,è uno dei Paesi maggiormente esposti al rischio di eventi climatici estremi. Solo negli ultimi anni il Paese è stato colpito dalle alluvioni del 2015, dai cicloni Idai nel 2019, Ana nel 2022 e dal recente ciclone Freddy. Questi eventi hanno peggiorato ulteriormente le già precarie condizioni di vita degli abitanti di queste zone, con gravi conseguenze sull’istruzione dei bambini che hanno visto le loro scuole distrutte. Come ActionAid cerchiamo di sostenere queste comunità attraverso la ricostruzione di strutture scolastiche, come quella nel distretto di Nsanje.

Anche il Bangladesh deve fare i conti con gli effetti devastanti della crisi climatica, derivanti dal crescente pericolo di esondazione dei fiumi e dall’innalzamento del livello del mare. Negli ultimi anni, sempre più persone sono costrette a spostarsi dalle aree rurali verso la capitale, Dacca, una megalopoli che ospita già più di 14 milioni di persone e che figura tra le dieci città del mondo maggiormente esposte alle conseguenze del cambiamento climatico. Come ActionAid stiamo lavorando per sostenere persone come Aseda, che ha perso tutto a causa dell’ultima inondazione, ma anche per promuovere piani di gestione delle situazioni di emergenza che si verificheranno in futuro.

Il Mozambico è stato messo in ginocchio dal Ciclone Freddy, che ha causato la morte di centinaia di persone e ne ha lasciate migliaia senza casa e mezzi di sostentamento. Nel momento di più grande scarsità di risorse alimentari, idriche e sanitarie, inoltre, la popolazione del Paese ha dovuto combattere anche con un’epidemia di colera. Noi di ActionAid siamo intervenuti sin da subito per affrontare al meglio l’emergenza fornendo kit educativi, kit sanitari, sementi, tende, risorse alimentari e coperte per gli sfollati.

In Kenya è la siccità a rendere difficile la vita della popolazione, già messa a dura prova dalla povertà e dal mancato accesso alle risorse. Qui le famiglie riescono a sopravvivere principalmente attraverso l’allevamento del bestiame, che viene però dimezzato ogni volta che ci sono lunghi periodi di siccità. A causa di questo fenomeno, le comunità sono spesso costrette a spostarsi verso territori meno aridi. Come ActionAid in Kenya supportiamo la costruzione di strutture idrauliche per l’approvvigionamento d’acqua e organizziamo corsi di formazione in cui donne e uomini possano apprendere le tecniche più avanzate dell’agroecologia, una pratica che permette di produrre alimenti e allevare animali sfruttando le risorse che si hanno a disposizione nel modo più efficiente e naturale possibile. C’è ancora tanto da fare per combattere gli effetti peggiori della crisi climatica sulle popolazioni più vulnerabili, ma insieme possiamo fare la differenza nella vita di molti bambini. Aiutarci è semplice: dona ora!