In Bangladesh, il 31,5% della popolazione vive in povertà. Intorno a questa povertà ruotano moltissime problematiche: dalla fame alla mortalità infantile, dalla disparità di genere alla violenza e allo sfruttamento, soprattutto dei più piccoli. Nel 2023, la content creator e travel blogger Giulia Lamarca, è volata a Dacca, la capitale del Bangladesh, insieme al marito Andrea e alla figlia Sophie, per fare una visita ad Arafat, il bambino adottato a distanza con ActionAid. Attraverso i social, hanno mostrato la realtà che il lavoro di ActionAid rende possibile.
ActionAid in Bangladesh dal 1996
Siamo in Bangladesh dal 1996, e grazie all’adozione a distanza sosteniamo più di seimila bambini in 10 diversi progetti. Per i bambini che vivono nelle baraccopoli, la vita non è affatto semplice.
In Bangladesh, il 28% della popolazione soffre di malnutrizione cronica, e la mortalità infantile riguarda 3 bambini su 100. La disparità di genere ha come primo sintomo quello dei matrimoni precoci e i maltrattamenti sulle donne, mentre i lavori forzati, sottopagati, e la scarsità di accesso dei bambini a scuola, creano situazioni drammatiche soprattutto per i più piccoli. Le donne vengono escluse dalla possibilità di istruirsi sin da piccole, mentre i bambini maschi iniziano presto a lavorare per contribuire al sostentamento della famiglia.
Dacca è una città a rapida urbanizzazione che attira moltissime famiglie dalle zone rurali. Nel processo però spesso accade che i bambini vengano separati dai propri genitori, e finiscano a vivere in strada, vulnerabili e soggetti a molte situazioni di abuso. Si stima che siano tra i 250mila e i 2 milioni.
Per rispondere a questo primo problema della città, ActionAid ha creato Happy Home: una casa-famiglia che accoglie bambine e ragazze vulnerabili. Ad oggi le ospiti della Happy Home sono 56, tra i 6 e i 18 anni, ma l’obiettivo è di raggiungerne almeno 150. Nella Happy Home trovano vitto e alloggio, ma anche istruzione, assistenza medica, programmi culturali, reintegrazione nella comunità e inserimento lavorativo. Un esempio del successo del programma è rappresentato da Nandiba, che è entrata in Happy Home quando aveva 5 anni e viveva per strada vendendo fiori per mantenersi. Oggi frequenta la sesta classe, ama la danza e l’artigianato, e sogna di diventare ingegnere e poter fare qualcosa per i bambini come lei.
Giulia Lamarca in Bangladesh con ActionAid
Questa è solo una delle realtà che Giulia Lamarca ha visitato durante il suo viaggio in Bangladesh. Con Andrea e la piccola Sophie sono stati anche in un Child Centre, dedicato a bambini e bambine che in questo Paese vedono negato il proprio diritto all’infanzia. In questi centri per lo sviluppo dell’infanzia si svolgono attività educative e sociali per i più piccoli, a partire dai giochi. Il progetto prevede 31 centri di questo tipo, luoghi in cui entrare e poter essere piccoli, e sognare in grande.
L’ultima tappa del viaggio è stata all’interno dei Women’s Café, i centri dedicati alle donne che lavorano nell’industria tessile spesso in condizioni di sfruttamento. I Women’s Café si trovano proprio accanto alle fabbriche di abbigliamento e forniscono supporto psicologico e finanziario, oltre che formativo sui diritti delle lavoratrici. E sono più che necessari: a dieci anni dal crollo del Rana Plaza, otto piani di fabbrica che si trovava proprio a Dacca, la situazione dell’industria non è migliorata. In una ricerca effettuata da ActionAid, è emerso tutto il contrario: oltre il 50% dei 200 sopravvissuti alla tragedia è senza lavoro, e uno degli ostacoli principali che si trovano ad affrontare riguarda le condizioni fisiche che sono derivate dal disastro (problemi respiratori, lesioni agli occhi, mani o gambe, e difficoltà di movimento).
C’è ancora tanto da fare per queste persone che hanno bisogno solo di un’occasione di riscatto. Giulia Lamarca, Andrea e Sophie, hanno portato al proprio pubblico un piccolo assaggio di tutte le nuove opportunità che il sostegno a distanza sta dando alla popolazione di Dacca, dai più piccoli agli adulti. Adottare un bambino a distanza in Bangladesh darà ancora più forza al motore di questo cambiamento. Aiutaci anche tu: dona ora!