Il 2023 rappresenta, per l’ONU e per tutti, un giro di boa. Sono passati 7 anni dalla firma degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, e ne mancano solo altri 7 per completare gli impegni presi. Il diritto all’istruzione è il goal numero 4, e prevede di “assicurare un’educazione di qualità, inclusiva ed equa, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”.
Il 24 gennaio 2023, ovvero la giornata mondiale dell’educazione, è l’occasione per analizzare la situazione attuale. Perché gli anni per agire sono pochi, e la pandemia ha fatto perdere a molti del tempo prezioso.
La giornata mondiale dedicata all’educazione
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile nascono per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti e dare una sferzata alla recessione globale, alla crescita delle diseguaglianze e alla crisi climatica. Garantire a tutti il diritto all’istruzione nel mondo è il primo passo. Perché studiare salva le vite.
Nel settembre del 2022 si è tenuto il Transforming Education Summit (TES), per rispondere a un’emergenza educativa che riguarda tantissimi Paesi e che sta progredendo lenta e inosservata. L’istruzione non solo è legata alla giustizia e all’inclusione, ma ne è parte fondamentale. Avere accesso alla formazione permette di contrastare le discriminazioni, l’esclusione sociale e al tempo stesso mantenere e tutelare i valori di ogni individuo, specie i bambini.
I due anni di pandemia hanno frenato gli sviluppi che stavano avvenendo e, contemporaneamente, hanno evidenziato i problemi che giacevano sotto la superficie. Oggi, le nuove priorità stabilite dall’ONU sono: trasformare il mondo dell’istruzione e portarla ad essere al passo con i tempi, più resiliente agli shock futuri, digitale e più inclusiva.
Durante il TES, sono stati individuati sei ambiti di intervento per accelerare questo cambiamento: fondamentale istruzione di base, transizione digitale e green, parità di genere garantita, risposta immediata alla crisi dell’educazione e miglioramento degli aspetti finanziari.
Il diritto all’educazione è l’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ed è molto di più che il diritto di andare a scuola. Gli anni di formazione, da quella di base fino all’università, rompono il ciclo della povertà, migliorano la salute e permettono di ottenere lavori più qualificanti. Riportare la questione al centro del dialogo nel corso della giornata mondiale dell’educazione è essenziale.
Il diritto all’istruzione: a che punto siamo?
Investire meno sull’educazione mina, quindi, la possibilità di costruirsi un futuro migliore. La situazione è preoccupante: sei bambini su dieci non sanno leggere e comprendere una storia semplice entro i 10 anni; 244 milioni di bambini e ragazzi sono ancora impossibilitati ad andare a scuola mentre il numero dei giovani occupati è diminuito di 34 milioni nel 2020. Ci sono, nel mondo, 617 milioni di bambini e adolescenti che non sanno leggere e non conoscono la matematica di base; nell’Africa Sub-Sahariana meno del 40% delle ragazze ha completato la scuola secondaria; e circa 4 milioni di bambini rifugiati non vanno a scuola (fonte: The Sustainable Development Goals Report 2022 - Goal 4 Quality Education).
A questi milioni di giovani è stato negato un diritto fondamentale. Questa emergenza riguarda ognuno di noi: questi giovani sono il futuro del pianeta, ed è solo permettendo loro di studiare che possiamo trasformare ciò che li – e ci – aspetta.
Il segretario generale dell’Onu ha chiesto un sostegno a tutti i Paesi per impegnarsi in quest’ottica, per garantire un’educazione inclusiva, sicura, in un contesto sano. È essenziale, ha dichiarato, che gli insegnanti vengano responsabilizzati e messi nelle giuste condizioni per lavorare, che il digitale arrivi in ogni scuola pubblica e privata, e che i Paesi diano priorità ad investire più equamente ed efficientemente nella scuola. Noi di ActionAid non abbiamo il potere di una Nazione, ma cerchiamo di realizzare questo cambiamento in tutti i Paesi dove lavoriamo. Aiutaci anche tu: dona ora!