11 Ottobre 2022
Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze

L’11 ottobre 2022 cade il decimo anniversario della giornata internazionale delle bambine e delle ragazze. Un appuntamento che, nel corso degli anni, ha voluto fare luce sul tema dei diritti e delle opportunità che ancora oggi vengono negati alle giovani donne in moltissime aree del mondo.

Opinione pubblica, governi e leader politici, sono oggi sempre più consapevoli delle problematiche che le donne sono costrette ad affrontare per riuscire a vivere una vita libera. La lotta per loro deve continuare, soprattutto dopo due anni di pandemia, con la crisi ambientale e i conflitti che hanno assorbito gran parte delle risorse e dell’attenzione mondiale.

Giornata mondiale delle bambine e ragazze

Nel 1995, con la dichiarazione di Pechino, i Paesi dell’ONU si sono impegnati a fermare la discriminazione contro le donne e le ragazze. A distanza di 27 anni, sappiamo molto bene che c’è ancora tanto da fare.

Le bambine del mondo continuano ad avere difficoltà ad accedere all’istruzione, a raggiungere il benessere fisico e mentale, e ad essere finalmente libere dalla violenza. La discriminazione di genere impedisce alle ragazze di conoscere le proprie potenzialità umane, sociali e produttive, limitando la loro formazione.

Nel 1998, solo una bambina su due riusciva a iscriversi alla scuola secondaria (fonte United Nations), oggi sono due su tre. Ma la qualità dell’istruzione e le opportunità lavorative sono ancora molto diverse per maschi e femmine.

C’è però una differenza sostanziale, rispetto a 27 anni fa. Oggi sono proprio loro, le bambine e le ragazze, che non vogliono più aspettare le istituzioni. In giro per il mondo, si stima che siano 600 milioni le adolescenti scese nelle piazze a dimostrare che le proprie capacità vanno ben oltre ciò che viene loro offerto da chi si trova in posizioni di potere, e che non sono più disposte ad accettare di essere oppresse e sottomesse. Queste giovani sono in grado di fare davvero la differenza, guidando il progresso nelle loro comunità, distruggendo i limiti imposti, e creando un mondo più giusto per tutti.

Le bambine e le ragazze sono pronte ad un’accelerata verso il futuro, lo dichiarano facendo sentire la propria voce, e gli Stati dovranno aiutarle progettando un mondo che le includa davvero una volta per tutte.

Ne sono un esempio le ragazze iraniane scese in piazza in reazione alla morte di Mahsa Amini, arrestata e uccisa dalla polizia a Teheran perché il modo in cui indossava il velo non era consono alle leggi. Quello di Mahsa è solo l’ultimo di una lunga serie di femminicidi che però ha portato le manifestazioni a trasformarsi in un vero e proprio movimento contro l’oppressione del regime. Molte ragazze, spesso giovanissime, lottano ogni giorno per il loro diritto alla libertà, ognuna di loro corrisponde ad uno strappo sempre più definitivo nel rapporto tra il regime e l’Iran.

Il vento della rivoluzione iraniana è arrivato anche in Afghanistan, dove i talebani hanno riportato il Paese indietro di vent’anni. Alle donne ora è vietato frequentare la scuola secondaria dopo il sesto anno, svolgere alcuni lavori, e muoversi da casa per una distanza superiore a 70 chilometri a meno che non siano accompagnate da un parente maschio. A ottobre, si è verificato un attentato nella sezione femminile di una scuola dove si stava svolgendo l’esame di ammissione all’università, le vittime sono state 53, quasi tutte ragazze tra i 18 e i 24 anni. Da qui sono iniziate manifestazioni di solidarietà al popolo iraniano e di protesta all’oppressione talebana. Con enormi difficoltà, le ragazze afghane stanno provando a trasformare la protesta in un movimento strutturato e crescente, e sono riuscite ad arrivare all’ambasciata iraniana di Kabul prima di essere disperse dalla polizia con spari in aria, cariche e arresti. In queste voci, c’è un mondo che ha urgenza di uscire.

La condizione delle donne nel mondo

La strada è certamente lunga. Nel mondo ci sono 13 milioni di ragazze tra i 15 e i 19 anni che hanno subito una violenza sessuale (fonte United Nations). Sono 33 mila, invece, le bambine che sono ancora costrette a sposarsi ogni giorno. I matrimoni precoci nel 2022, interessano ancora 650 milioni di bambine e ragazze. Si trovano in Rwanda, Afghanistan, Etiopia, India, Kenya, Pakistan, Nigeria, e altri Paesi dove, a causa di cultura e povertà, le bambine vengono date in sposa dai genitori, spesso in giovanissima età, e si trovano in una situazione contraddistinta dalla violenza.

Ma è sempre possibile migliorare la condizione delle donne nel mondo, un piccolo passo alla volta e, soprattutto, dando il potere alle donne stesse di prendere in mano la propria vita. Questo è quanto successo in Bangladesh, a Meghi e Jogodol per la precisione. Qui, ActionAid è presente dal 1997 e fornisce supporto a Save the Women and Children (SWC), un gruppo locale che si muove proprio per garantire alle bambine un’infanzia felice e libera da violenza e costrizioni.

A capo della SWC, c’è Sabina Yasmin, una delle ex spose bambine della zona, dove il 59% delle donne che attualmente hanno tra i 20 e i 24 anni è stata costretta al matrimonio prima dei 18 anni. Dal 1997 al 2019, SWC ha liberato Jogodol dai matrimoni precoci. Parlando, ascoltando, facendo sensibilizzazione, e offrendo protezione dove serviva. Nella giornata mondiale delle bambine ricordiamo che, per cambiare davvero le cose, ci vogliono impegno, tempo e dedizione. Ma, come diceva qualcuno: si può fare. Aiutaci anche tu: dona ora!