Nel 2022 il tema scelto per il World Water Day è “Groundwater – Making the invisible visible”, ovvero un invito a rendere visibili le riserve idriche sotterranee dalle quali tutti, in tutto il mondo, attingiamo per ottenere acqua. Non le vediamo, ma è solo grazie alle riserve sotterranee che abbiamo acqua potabile per noi, e per l’industria intorno a noi. Bisogna lavorare insieme per rendere sostenibile la gestione di questa risorsa.
La Giornata Mondiale dell’Acqua
L’acqua è un elemento cardine per la vita delle comunità e per il funzionamento dell’economia. Se da una parte sono aumentati gli eventi atmosferici estremi legati a monsoni e a inondazioni (Giappone, Cina, Indonesia, Pakistan, India, Europa), dall’altra la mancanza di acqua pulita è realtà per due miliardi di persone, soprattutto in Africa.
Il valore dell’acqua è inestimabile, e deve essere preservato in tutta la filiera che riguarda la sua gestione. Nel documento ufficiale rilasciato in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, l’UNESCO ha evidenziato i punti a cui ogni Nazione deve prestare attenzione per non sprecare risorse: le fonti da cui provengono le riserve idriche, le infrastrutture idrauliche per lo stoccaggio e il riutilizzo della fornitura, la valutazione dei servizi idrici che portano l’acqua potabile, la valorizzazione dell’acqua nella produzione e promozione nell’ambito socioeconomico (agricoltura, energia, imprese), e infine le valutazioni socioculturali dell’acqua, come gli utilizzi che se ne fanno a fini ricreativi, culturali o spirituali.
Sono ormai 20 anni che il mondo sta sperimentando una perdita delle riserve d’acqua di 1 centimetro all’anno. La maggior parte della perdita d’acqua si registra soprattutto in Antartide e Groenlandia, e in Nazioni altamente popolate in latitudini più basse. Le risorse non bastano a causa di molti fattori come: la crescita demografica e l’urbanizzazione, e per fenomeni ambientali come la diminuzione delle perturbazioni, dei bacini idrici e l’aumento di eventi atmosferici estremi.
Secondo le ultime stime, l’accesso all’acqua sarà un problema 5 miliardi di persone nel 2050. Ad oggi, ci sono 16 nazioni che si trovano in una situazione di stress idrico, con Kuwait, Libia, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti che, non potendo più appoggiarsi sulle riserve idriche, stanno rispondendo alla necessità d’acqua con la desalinizzazione del mare. In California invece sono già in regime di restrizione.
Le storie dal Bangladesh e dal Kenya
Cosa significa nei fatti stress idrico? È una situazione estrema in cui la siccità e la mancanza d’acqua hanno effetti importanti sulla vita quotidiana delle persone. Nei distretti costieri di Satkhira e Barguna, nel Bangladesh meridionale, un lungo periodo di siccità molto insolito sta avendo conseguenze sull’approvvigionamento idrico sotterraneo, e ha portato a una crescente salinità dell’acqua con conseguente diminuzione di acqua potabile pulita e sicura. Sono così aumentati i casi di colera e dissenteria, e i fenomeni come i matrimoni precoci che spesso liberano le famiglie d’origine di una bocca in più da sfamare.
La storia simbolo del Kenya, raccolta a febbraio 2022, è quella di Amina che ha perso gran parte del suo allevamento a causa della siccità e ora non sa come prendersi cura del marito anziano e dei suoi nipoti. Fa parte degli agricoltori che hanno segnalato una perdita del 90% del proprio bestiame, e l’impossibilità di sostenere il restante perché i bacini e le dighe d’acqua sono completamente prosciugate.
In Kenya e in altre zone del mondo, ActionAid sta portando avanti progetti essenziali per gestire l’acqua in situazioni limite come quella della siccità prolungata: in Kenya, ad esempio, abbiamo implementato azioni per rispristinare pozzi e dighe nei punti di raccolta, l’installazione di distributori d’acqua e di sistemi di pompaggio a energia solare, e la messa in sicurezza della salute di tutti. Possiamo fare tanto, un poco alla volta: dona ora!