La Giornata Internazionale dell’Educazione è stata proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per riconoscere la centralità della formazione come risorsa per lo sviluppo sostenibile e il benessere. Un’iniziativa che è stata celebrata per la prima volta il 24 gennaio 2019 e si ripeterà nel 2021 per riportare in primo piano l’importanza del diritto all’istruzione nel mondo.
Quest’anno la giornata cade in un momento molto particolare non solo per i bambini e ragazzi dei Paesi del Sud del mondo ma anche per i giovani italiani, che stanno soffrendo per la chiusura delle scuole conseguente alla minaccia del Coronavirus. Come spesso succede, toccare con mano il disagio di cui finora si è solo sentito parlare aiuta a comprendere meglio una condizione da sempre percepita come lontana. Senza scuola, non c’è futuro. Senza un’adeguata formazione, raggiungere una vita “migliore”, per se stessi e quindi per la propria comunità, è molto più difficile.
Giornata Mondiale dell’Educazione 2021
Istruzione significa, per molti, una via d’uscita dalla povertà. Ma sono circa 258 milioni nel mondo i bambini e gli adolescenti che non possono andare a scuola o completare un percorso scolastico, e solo il 40% delle giovani ragazze nell’Africa Sub-Sahariana riesce a terminare la scuola secondaria inferiore. 617 milioni sono i bambini e gli adolescenti che non sanno leggere e non hanno mai fatto lezione di matematica o storia, un numero incredibile a cui si aggiungono anche i 4 milioni di bambini rifugiati che non hanno accesso a nessun tipo di educazione.
Secondo l’Agenda 2030 dell’ONU, che include tutti gli obiettivi richiesti alla comunità globale per una vita sostenibile e fondata sull’uguaglianza, l’istruzione è la più grande risorsa rinnovabile dell’umanità e deve essere garantita a tutti come diritto fondamentale.
Il tema di quest’anno è “Recuperare e rivitalizzare l’educazione per la generazione COVID-19”, per agevolare la crescita dei giovani di oggi grazie alla collaborazione e alla solidarietà internazionale.
L’Unesco la definisce “generazione COVID-19” e in questo gruppo non sono inclusi solo il miliardo e mezzo di studenti, divisi in oltre 190 nazioni, che hanno affrontato questo evento senza precedenti, ma anche i giovani che si avviano verso un futuro complesso fatto di recessione economica e cambiamenti climatici.
Durante la Giornata Mondiale dell’Educazione si affronteranno queste e altre tematiche di respiro internazionale, con iniziative guidate da governi, educatori e organizzazioni, che riporteranno l’attenzione sul principio dell’equità e della ricostruzione.
L’attenzione sui Paesi del Sud del mondo
I problemi riscontrati quest’anno nel mondo occidentale sono una realtà da molto tempo per tantissimi Paesi del Sud del mondo. In numerosi Stati di Africa, Asia e Sudamerica, la scuola è un tema problematico da sempre.
In territori come l’Africa Sub-Sahariana e il Medio Oriente la scuola è ancora un lusso per pochi, principalmente bambini e ragazzi di sesso maschile. La Giornata Internazionale dell’Educazione serve anche a riportare l’attenzione sulle diseguaglianze e le difficoltà di accesso a servizi di qualità da parte di queste nazioni svantaggiate, al centro del lavoro di comunità internazionali e Onlus.
Un esempio è il lavoro di ActionAid in Mozambico, nella comunità di Marracuene: una terra sconvolta dal ciclone Idai, che aveva portato i bambini a perdere sia i materiali su cui studiare che le stesse aule. Non avere una scuola dove andare non priva solo i giovani della formazione, ma per molti significa anche non avere accesso all’acqua corrente o a un piatto caldo.
ActionAid, in collaborazione con i suoi partner in Africa, ha ricostruito la scuola di Marracuene, portando 750 nuovi banchi, libri, quaderni e bagni. L’inaugurazione della scuola, documentata dallo Youtuber CaneSecco, è stato un momento emozionante soprattutto per i bambini. Perché la scuola deve essere il luogo sicuro in cui tutti possono ricominciare a sognare.
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