Il 18 dicembre di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale dei Migranti. Un giorno speciale istituito nel 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che vuole favorire il dialogo e la riflessione intorno a un tema che è parte integrante di tutti i popoli del mondo.
Il fenomeno migratorio
Meno di 150 anni fa, anche gli italiani scappavano da fame, guerre e regimi. Erano moltissimi i disperati in cerca di futuro che si riversavano in America e in altre nazioni più ricche. Ma il fenomeno migratorio fa parte della storia di tutto il genere umano: il mondo come lo conosciamo oggi si è formato proprio grazie alle migrazioni di massa iniziate milioni di anni fa dall’Africa Orientale.
Il tema dei diritti dei migranti non è mai stato così attuale come in questo periodo storico che stiamo vivendo, in cui i migranti in tutto il mondo sono arrivati a toccare i 120 milioni. Scappano dalla fame, dalle guerre, ma anche dagli effetti devastanti del surriscaldamento globale sulle loro terre, che ha causato maggiore siccità e difficoltà nel sostentamento di intere comunità. Si chiamano migranti ambientali e sono sempre di più ogni giorno che passa.
La nascita della giornata internazionale dei migranti
La giornata internazionale del 18 dicembre venne istituita nel 1972, a seguito di una grave tragedia. Un camion si ribaltò dentro al tunnel del Monte Bianco. Al suo interno non aveva merci, né le macchine da cucire che aveva dichiarato inizialmente, ma 28 persone provenienti dal Mali che cercavano un modo per arrivare in Francia e trovare un futuro più sicuro. Morirono tutti in quel tragico giorno.
Il 18 dicembre del 1990 quindi l’Onu siglò il testo della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, che entrò in vigore solo nel 2003 dopo 47 ratifiche. La Convenzione è un riconoscimento della vulnerabilità dei lavori dei migranti e prevede la promozione di una cultura più estesa a proteggere i loro diritti e il loro lavoro, da abusi e sfruttamento. In molti l’hanno firmata, ma tanti paesi tra cui molte nazioni europee (e l’Italia) ancora no.
L’arma segreta per gestire la migrazione? L’accoglienza
La migrazione avviene in presenza di diseguaglianze e disagi, e porta con sé una cosa preziosa: lo sviluppo dei paesi. Nell’ottobre 2013 gli stati membri dell’Onu hanno votato all’unanimità una dichiarazione che riconosce il contributo che la migrazione ha portato nei paesi di destinazione, con una crescita economica che favorisce tutta la comunità ospitante e ospitata. Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha ricordato però che quando la migrazione viene mal regolata porta a un peggioramento delle divisioni all’interno della società, favorendo gli abusi e lo sfruttamento.
Nel corso di questa giornata l’obiettivo deve essere quello di incoraggiare un dialogo tra le nazioni, e trovare opportunità di collaborare per gestire un fenomeno che non andrà dissolvendosi nel vento. Nel 2016, 193 paesi membri hanno firmato la Dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti elaborata per condividere la responsabilità di ogni nazione nei riguardi di queste persone che rischiano la propria vita pur di scappare dal luogo dove hanno vissuto fino a quel momento.
Negli anni che ci separano dal 2030 e dal completamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Onu, la strada da fare per eliminare le diseguaglianze, sconfiggere la fame, garantire una vita in cui i diritti umani siano rispettati in ogni nazione e luogo, è moltissima. Il 18 dicembre chiediamoci come sarebbe un futuro in cui nessuno sia più obbligato a lasciare la propria casa. O, se ne è costretto, cosa è giusto che trovi al suo arrivo in una nuova nazione sconosciuta. Aiutaci anche tu a garantire a queste famiglie il supporto di cui hanno bisogno, dona ora.
Fonti:
Lifegate.it
Alleyoop.ilsole24ore.com