Il 21 Settembre è il giorno in cui in tutto il mondo si festeggia la Giornata Internazionale della Pace 2019. Un’occasione per fermarsi a riflettere, valutare i passi avanti fatti e quelli che ancora restano da fare. Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite già nel 1981, solo nel 2001 la data è stata fissata al 21 settembre, come giornata di sensibilizzazione alla pace, alla non violenza e al cessate il fuoco nelle zone di conflitto.
Costruire la pace: un obiettivo di sviluppo
La costruzione della pace è uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti e imposti dall’ONU alle nazioni del mondo. Ma per far sì che la pace non sia un’utopia, è importante lavorare alla base e risolvere il motivo dei conflitti che spesso non coincide solo con lotte di potere, ma anche povertà, squilibri ambientali, diseguaglianze economiche che sfociano nella violenza e destabilizzano intere popolazioni.
“Pace, giustizia e istituzioni forti”: l’obiettivo numero 16 dell’ONU ci ricorda che non può esistere pace senza giustizia e istituzioni responsabili e inclusive. In una società pacifica non c’è spazio per le disuguaglianze e le diversità ed è proprio dallo sviluppo sostenibile che dobbiamo partire, sviluppo di soluzioni per la gestione delle risorse naturali, del cibo, dell’istruzione uguale per tutti, dei diritti universali.
Il 21 Settembre è anche una data simbolo, perché è il giorno in cui riaprono le sessioni dell’Assemblea Generale dell’ONU, organizzazione nata proprio per preservare il mondo dai conflitti e garantire a tutti una vita migliore.
Il tema del 2019: Climate Action for Peace
Il tema della Giornata Internazionale della Pace 2019 è “Climate Action for Peace”, una chiamata all’azione riguardo alle tematiche ambientali che servono a preservare la pace in molte zone del mondo. I cambiamenti climatici sono una minaccia reale non solo per l’ambiente, ma per la sicurezza e la salute dei popoli. Basti pensare che i disastri ambientali causano tre volte più migrazioni che i conflitti stessi, forzando milioni di persone a lasciare la propria casa perché non più vivibile.
Non si può sperare nella pace nel mondo senza capire che le azioni da intraprendere non sono solo contro i bombardamenti, ma devono lavorare per risolvere le problematiche alla base dei conflitti e prevenire le prossime.
Cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo? Essere informati, aiutare chi ci circonda a diventare consapevoli, promuovere uno stile di vita sostenibile, adottare il più possibile pratiche amiche dell’ambiente. Il 21 settembre è il giorno in cui ricordiamo che la pace si costruisce un po’ ogni giorno, con azioni di inclusione verso il prossimo, attenzione alle tematiche importanti che riguardano tutti, e comprensione del fatto che anche la più piccola azione è meglio di nessuna azione.
Per quali paesi la pace è ancora un’utopia?
Il continente che soffre maggiormente nel mondo è l’Africa, con 14 guerre in corso (Algeria, Ciad, Costa d’Avorio, Liberia, Libia, Mali, Niger, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Sahara Occidentale, Somali, Sudan e Sud Sudan), 4 situazioni complesse e 9 missioni di peacekeeping dell’ONU. Altre guerre da non dimenticare sono in Iraq, Yemen e Libano, che sta soffrendo per lo sconfinamento della guerra in Siria. In Asia la parola pace non è ancora realtà per Cina e Tibet, Afghanistan e Filippine dove imperversa la guerra al narcotraffico.
Sono tantissime ancora le terre dove si combatte, ma soprattutto dove i civili e i bambini non conoscono tregua e stanno pagando il prezzo più alto, andando a riempire le fila degli oltre 70 milioni di rifugiati che esistono nel mondo. Noi stiamo lavorando da anni per portare un pace nelle zone di mondo che ancora soffrono. Anche tu puoi aiutarci scegliendo l’adozione a distanza.
Fonti:
Sustainabledevelopment.un.org
Onuitalia.it
Un.org