L’8 settembre, è la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione. Fu istituita il 17 novembre del 1965 dall’Unesco e, da allora, è celebrata in molti Stati in tutto il mondo. Perché si tratta di una ricorrenza così importante? A questa domanda, possiamo dare almeno tre (ottime) risposte.
1. Perché ci sono ancora troppi analfabeti
L’analfabetismo è uno dei più gravi problemi del mondo. Secondo i dati dell’Unesco, ci sono circa 870 milioni di persone (adulti, giovani, uomini, donne e bambini) che non sanno né leggere né scrivere. La maggior parte di loro, circa il 60%, è costituita da donne.
Scuole troppo lontane o inesistenti. Rette scolastiche e libri troppo costosi. Insegnanti non preparati a svolgere un lavoro così delicato. Genitori che, troppo spesso, non capiscono l’importanza dell’istruzione. Queste sono le cause principali dell’analfabetismo nel mondo.
2. Perché l’analfabetismo ha delle gravi conseguenze
- Chi non sa né leggere né scrivere non ha praticamente nessuna possibilità di trovare un lavoro dignitoso e quindi affrancarsi dalla morsa della povertà.
- Gli analfabeti non sanno quali siano i loro diritti né come fare per rivendicarli.
- È tra i banchi di scuola che si comincia a fare informazione per prevenire la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. Ed è sempre tra i banchi di scuola che si può fare tanto per raggiungere la parità di genere.
3. Perché è possibile fare tanto per dare a tutti un’istruzione adeguata
Il problema è grave. Le soluzioni sono possibili ed evidenti. Costruire scuole (soprattutto nei pressi dei villaggi più isolati), fornire materiale scolastico, formare insegnanti, sensibilizzare i genitori sull’importanza dell’istruzione. Per garantire un diritto di tutti i bambini e le bambine.
In questo modo, è possibile migliorare le condizioni di vita, anzi, regalare una speranza a quegli 870 milioni di uomini, donne, giovani e bambini completamente analfabeti. La Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione serve e ricordare proprio questo. Serve a ricordare che ognuno può dare il proprio contributo per questa giusta causa.
Fonte immagine: Kate Holt/ActionAid.org.uk