L’8 settembre di ogni anno ricorre la Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione, istituita dall’UNESCO nel 1966 e celebrata per la prima volta nel 1967. Questa giornata rappresenta un momento cruciale per ricordare al mondo come l’alfabetizzazione non sia solo un diritto, ma la base imprescindibile per costruire società più giuste, pacifiche e sostenibili.

L’alfabetizzazione è riconosciuta come una questione di diritti umani e dignità.

Negli ultimi 20 anni, il numero di bambini che non frequentano la scuola primaria è diminuito di oltre il 40%, tuttavia i numeri sono ancora alti ed eventi come la pandemia hanno fermato questo trend: il Covid-19 ha portato circa 24 milioni di persone che stavano frequentando la scuola, a interromperla; 11 milioni di queste sono bambine e giovani donne.

Per risolvere alla base il problema dell’alfabetizzazione e dell’analfabetismo nel nuovo contesto globale, emerge il bisogno di arricchire e trasformare il modo in cui vediamo l’educazione, i luoghi dove questa avviene, e integrare questa idea con nuove prospettive che portino a tutti la possibilità di studiare.

8 settembre: perché è importante celebrare questa giornata

Questa giornata serve da richiamo per Stati, educatori e cittadini affinché si attivino per diffondere l’istruzione, combattere l’analfabetismo e promuovere pari opportunità. Si tratta di una data simbolica, il cui fine è stimolare un’azione a tutti i livelli. Saper leggere e scrivere non è un privilegio, ma un diritto fondamentale che apre le porte di una vita migliore, consente di conoscere i propri diritti e sfuggire al circolo della povertà.

1. È possibile fare tanto per dare a tutti un’istruzione adeguata

Il problema è grave. Le soluzioni sono possibili ed evidenti. Costruire scuole (soprattutto nei pressi dei villaggi più isolati), fornire materiale scolastico, formare insegnanti, sensibilizzare i genitori sull’importanza dell’istruzione. Per garantire il diritto all’istruzione a tutti i bambini e a tutte le bambine.

In questo modo, è possibile migliorare le condizioni di vita, anzi, regalare una speranza a quegli 870 milioni di uomini, donne, giovani e bambini completamente analfabeti. La Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione serve e ricordare proprio questo. Serve a ricordare che ognuno può dare il proprio contributo per questa giusta causa.

2. L’analfabetismo è ancora molto diffuso

L’analfabetismo è uno dei più gravi problemi del mondo. Secondo i dati dell’Unesco, nonostante i progressi, oltre 739 milioni di giovani e adulti nel 2024 non possiedono competenze alfabetiche di base. Nel 2023 272 milioni di bambini e adolescenti non frequentavano la scuola. L’analfabetismo femminile è il più diffuso: circa il 60% di coloro che non hanno un’istruzione di base è costituito da donne.

Scuole troppo lontane o inesistenti. Rette scolastiche e libri troppo costosi. Insegnanti non preparati a svolgere un lavoro così delicato. Genitori che, troppo spesso, non capiscono l’importanza dell’istruzione. Queste sono le cause principali dell’analfabetismo nel mondo.

3) L’analfabetismo porta con sé profonde conseguenze

  • Chi non sa né leggere né scrivere non ha praticamente nessuna possibilità di trovare un lavoro dignitoso e quindi affrancarsi dalla morsa della povertà.
  • Le persone analfabete vengono private della possibilità di conoscere i propri diritti e di sapere come fare per rivendicarli.
  • È tra i banchi di scuola che si comincia a fare informazione per prevenire la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. Ed è sempre tra i banchi di scuola che si può fare tanto per raggiungere la parità di genere.

Celebrare questa giornata l’8 settembre, proprio nello stesso periodo in cui nel nostro Paese i bambini rientrano a scuola, ha per noi una valenza ancora più importante. Ci ricorda infatti che mentre nei Paesi più fortunati milioni di bambini si preparano con entusiasmo per tornare tra i banchi, ce ne sono altrettanti che non vedono rispettato il loro diritto all’istruzione: bambini lavoratori, costretti a trascorrere le loro giornate nelle miniere, nelle fabbriche, nei campi, o in altri contesti di sfruttamento, bambine costrette a sposarsi e a diventare vittime di soprusi e violenze.

Quali Paesi soffrono di più l’analfabetismo?

Il tasso di alfabetizzazione in molti Paesi in via di sviluppo è ancora molto basso, soprattutto in Africa Centrale e India. L’impatto dell’analfabetismo riguarda non solo le singole persone ma tutta la comunità in cui vivono. Chi non sa leggere o scrivere ha difficoltà a trovare un’occupazione dignitosa e non riesce a uscire da condizioni di povertà, non può vivere a pieno la vita civile perché non conosce i propri diritti e non ha i mezzi per fare scelte consapevoli in ambito politico. Non può, inoltre, acquisire consapevolezza su tematiche come l’educazione sessuale e la prevenzione delle malattie.

258 milioni di bambini nel mondo non frequentano la scuola. La maggior parte di questi bambini e di queste bambine si trova nell'Africa subsahariana e in Asia meridionale.
Anche in questo caso, bambine e ragazze affrontano ostacoli ancora maggiori, soprattutto nelle regioni dell’Asia centrale, del Nord Africa e dell’Asia occidentale. In quelle regioni è più probabile che le ragazze vengano escluse dalla formazione scolastica rispetto ai ragazzi.

La povertà e l’analfabetismo sono spesso fenomeni che vanno di pari passo. Questo perché nelle nazioni più povere è difficile trovare abbastanza risorse per garantire a tutti la possibilità di andare a scuola. Anche in presenza delle strutture, spesso accade che i genitori maggiormente in difficoltà abbiano bisogno di aiuto da parte dei figli per sostenere la famiglia, fattore che impedisce loro di mandarli a scuola. Un problema che riguarda soprattutto le bambine, le ragazze e le donne, e che crea terreno fertile per situazioni come i matrimoni precoci, in cui le donne poco istruite anche sui propri diritti non possono liberarsi dalle oppressioni.

Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione: I temi scelti dall’UNESCO negli anni

Dal 2003 l’UNESCO ha deciso di affiancare alla Giornata internazionale dell’alfabetizzazione un tema specifico ogni due anni, per rendere più concreti i piani di intervento contro l’analfabetismo. Dal 2013 la scelta è diventata annuale, così da poter rispondere con maggiore rapidità alle nuove sfide che il mondo dell’educazione si trova ad affrontare.

Alcuni esempi mostrano bene quanto l’alfabetizzazione sia collegata a tanti aspetti della vita quotidiana:

  • 2007-2008: Alfabetizzazione e salute – per ricordare come la mancanza di istruzione favorisca la diffusione di malattie come HIV/AIDS, malaria e tubercolosi.
  • 2009-2010: Alfabetizzazione e empowerment – per denunciare le disuguaglianze di genere che ancora oggi limitano l’accesso delle donne all’istruzione.
  • 2011-2012: Alfabetizzazione e pace – per sottolineare che imparare a leggere e scrivere è anche un modo per costruire società più giuste e pacifiche.
  • 2013: Alfabetizzazioni per il XXI secolo – per adattare l’educazione a un mondo che cambia velocemente, soprattutto grazie alle nuove tecnologie.
  • 2014: Alfabetizzazione e sviluppo sostenibile – per ribadire che l’istruzione è una chiave essenziale per la crescita economica e sociale dei Paesi più fragili.

I premi UNESCO nella Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione

Per tenere alta l’attenzione su questi temi e dare visibilità a chi lavora ogni giorno per diffondere l’istruzione, l’UNESCO ha creato i Premi internazionali per l’alfabetizzazione. Dal 1967 a oggi sono stati riconosciuti più di 460 progetti in tutto il mondo: iniziative nate da comunità locali, ONG, governi o singoli individui che hanno avuto un impatto concreto nella vita delle persone.

Ogni anno una giuria internazionale, nominata dal Direttore Generale dell’UNESCO, seleziona i vincitori. La premiazione si svolge a Parigi, proprio in occasione della Giornata internazionale dell’alfabetizzazione: un momento che non è solo celebrazione, ma anche un modo per condividere esperienze e incoraggiare chi continua a lottare contro l’analfabetismo.

Alfabetizzazione e diritto all’istruzione: L’impegno costante di ActionAid

Il diritto all’istruzione è sancito nella Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia, firmato anche dall’Italia nel 1991. Significa che gli uomini, le donne e i bambini analfabeti nel mondo si sono visti negare un diritto che spettava loro dalla nascita.

Grazie all’adozione a distanza, negli anni, ActionAid è riuscita a restituire a molti questo diritto. In Ghana ad esempio, abbiamo costruito una scuola a Sagnarigu, in una zona della comunità dove i bambini erano costretti a camminare per ore per poter partecipare alle lezioni per la formazione primaria.

Le attività educative promosse da ActionAid, non si muovono solo intorno all’insegnare a leggere e scrivere, ma riguardano anche tecniche di agricoltura sostenibile, leadership femminile e gestione delle emergenze climatiche. Il lavoro portato avanti negli anni da ActionAid in tutto il mondo è votato all’idea che il diritto allo studio non serva solo a nutrire la mente, ma riesca a rialzare intere comunità che guarderanno al futuro e al mondo con altri occhi. Questo è parte integrante del concetto di “scuola” e tutti meritano di poterlo provare.

Adottare un bambino a distanza significa contribuire alla costruzione del suo futuro e garantirgli il diritto all’istruzione, base fondamentale per diventare un membro consapevole e determinante per lo sviluppo suo e di tutta la sua comunità.