Cosa significa avere a che fare giornalmente con la siccità in Kenya? Lo scopriamo attraverso il reportage realizzato in collaborazione con ActionAid da Geopop e Alessandro Beloli, geografo e divulgatore scientifico, durante il suo viaggio all’interno di una comunità Masai nella contea di Kajiado, a 100km a sud di Nairobi.
Un contenuto speciale che apre una finestra sul problema della siccità in Africa, aggravato dai cambiamenti climatici, e sulle abitudini di chi affronta la mancanza d’acqua ogni giorno, nella propria casa e all’intero delle comunità.
Una lente sulla situazione in Kenya oggi
In Kenya, più del 70% della popolazione vive in condizione di povertà e consuma un solo pasto al giorno. Il 69% della popolazione è senza acqua corrente o servizi igienici in casa, e meno della metà delle persone di tutto il Paese ha accesso a quella potabile o pulita anche solo per lavarsi i denti (fonte: World Health Organization 2023). La siccità estrema che interessa il Paese, dove piove per soli due mesi all’anno, ha prosciugato le dighe e causato agli agricoltori una perdita del 90% del proprio bestiame.
Per tutte queste ragioni, l’intervento di ActionAid in Kenya si muove intorno al trovare soluzioni a lungo termine per gestire la situazione. Sia a scuola, nella formazione dei bambini, che nelle comunità, con la realizzazione di progetti idrici che garantiscano alle persone un accesso migliore all’acqua.
Geopop a contatto con la siccità in Kenya
Nel video racconto di Geopop, vediamo Alessandro Beloli all’interno della scuola che coinvolge i bambini in una lezione di scienze proprio sul tema dell’acqua, e prosegue il suo viaggio verso la comunità che lo ospiterà. Si tratta del popolo dei Masai, pastori seminomadi che vivono tra Kenya e Tanzania, e viaggiano continuamente proprio seguendo e cercando l’acqua. A volte, anche le donne e i bambini sono costretti a spostarsi, il che fa aumentare i numeri dell’abbandono scolastico.
Le donne sono a capo di tutte le attività domestiche, dalla costruzione delle case, realizzate con una pasta fangosa di urina e feci di animali, all’approvvigionamento dell’acqua, che viene caricata in taniche e trasportata sulla testa o sfruttando parte del bestiame. Beloli le accompagna nel bacino che ActionAid ha realizzato in questa parte di contea, solo una parte del più grande progetto idrico di Iloshon che si trova a pochi chilometri.
ActionAid in Kenya: le azioni concrete
Con Geopop riusciamo a vedere proprio l’impianto di Iloshon che porta acqua pura a 2000 famiglie, per sé e per il proprio bestiame.
Alessandro spiega che il bacino è stato costruito attingendo ad un pozzo profondo 280 metri che si trova nella montagna vicina; l’acqua arriva a valle spinta dalla gravità, dove l’impianto di ActionAid la divide in due: una destinata all’abbeveratoio per gli animali, e l’altra per una cisterna più alta che la distribuisce fino all’area dedicata al riempimento delle taniche.
Per garantire sviluppo a lungo termine per queste comunità, ActionAid ha anche avviato i Junior Farmers Club, dei laboratori scolastici in cui bambini e bambine imparano a coltivare piante e cibo in condizioni ambientali estreme. Un progetto che dà speranza al futuro, e che si unisce alle molte lezioni di sensibilizzazione su tematiche sociali e ambientali che ActionAid sta portando avanti in molte zone del Paese. Per costruire comunità indipendenti, è necessario investire su progetti strategici che garantiscano a tutti la possibilità di crescere oggi, e continuare a fiorire in futuro. Aiutaci anche tu: dona ora!