Pakistan, uno dei Paesi più poveri del mondo. Dove, per sfamare se stessi e soprattutto le proprie famiglie, si è costretti a lavorare in posti che violano qualunque diritto umano. Posti come le fornaci di mattoni del Sindh e del Punjab.
Prigioni sotterranee
È in questo modo che possono essere definite le fornaci di mattoni del Pakistan. I lavoratori è come se fossero in stato di schiavitù, senza alcun diritto né alcuna tutela. Per tutto il giorno, devono resistere ai colpi di calore e corrono il rischio di ustionarsi.
Le donne
In questi piccoli inferni, lavorano numerose donne. E loro si trovano nelle condizioni peggiori.
- Hanno ancora meno diritti degli uomini.
- La maggior parte di loro non possiede una carta d’identità valida. Quindi, per lo Stato, queste donne non esistono, dato che non è possibile trovarle nei registri del governo.
- Le donne, di solito, non vengono pagate.
- Il loro lavoro, inoltre, non finisce con la fornace: quando escono, devono sbrigare le faccende domestiche, e accudire mariti e figli.
- A causa dei duri compiti che devono svolgere per l’intero corso della vita, le donne soffrono di molte malattie.
Una storia
Siddique ha 43 anni e vive nel villaggio di Waheed, nella provincia di Sindh. Siddique lavora nella fornace di mattoni del suo villaggio e lo fa in condizioni disumane. Sua moglie, Sakina, lavora con lui e, quando torna a casa, deve badare ai loro quattro figli.
Sakina è affetta da Epatite C. Trovare i soldi per coprire le spese mediche è molto difficile. Lei e Siddique vivono in una casa di fango con due stanze. Anche il figlio Sajid lavora dall’alba al tramonto per sostenere la famiglia e non può quindi frequentare la scuola.
Un lieto fine
Siddique e Sakina li puoi vedere nella foto. Grazie all’aiuto di ActionAid Pakistan, la loro vita è cambiata: adesso, le condizioni sul luogo di lavoro sono migliorate e hanno accesso ai servizi di sicurezza sociale.
Immagine: Umar Farooq/ActionAid.org.uk