Claudia Gerini e le spose bambine

A che età si diventa donna? Da questa parte del mondo, la risposta è facile: si diventa una donna dopo aver esaurito il tempo dei giochi, dello studio e della consapevolezza, e nasce il desiderio di costruirsi una vita a propria misura. In certe zone del mondo, invece, il fenomeno delle spose bambine costringe tante piccole donne a perdere la possibilità di crescere naturalmente, portando grandi sofferenze e dolore.

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, torna la collaborazione tra l’attrice e attivista Claudia Gerini e ActionAid, che ci permette di puntare di nuovo i riflettori sul fenomeno dei matrimoni precoci e le soluzioni che dobbiamo e possiamo trovare. Insieme.

La campagna: mai più spose bambine

“Sposa” e “bambina” sono due parole che mai dovrebbero essere accostate. Eppure, soltanto nel 2020, questo destino è toccato a 650 milioni di giovani minorenni, date in sposa spesso da un giorno all’altro a uomini molto più grandi di loro. Hanno spesso meno di 15 anni, e secondo le ultime stime sono 33mila al giorno, 1 bambina ogni 3 secondi.

Sono bambine come Samiun che, ci racconta Claudia Gerini, è stata data in sposa a 12 anni. Ha provato a scappare, a tornare dalla sua famiglia, ma l’hanno sempre riportata dal marito. È solo grazie al lavoro di ActionAid che oggi Samiun è salva e ha ripreso in mano la propria vita.

Ma le giovani come Samiun sono ancora tantissime, e non rischiano solo di perdere il tempo dell’infanzia. Alcune non sopravvivono al parto di una gravidanza precoce, altre vivono una vita di abusi e violenze domestiche, con effetti pesantissimi a livello fisico e psicologico.

Motherhood in Childhood: diventare madri da bambine

Quasi un terzo di tutte le donne nei Paesi del Sud del mondo diventa madre negli anni dell’adolescenza, prima dei 19 anni, e quasi la metà delle ragazze che danno alla luce un bambino lo fa prima dei 17 anni (fonte: report “UNFPA_Motherhood in Childhood: The Untold Story”).

Tre quarti delle bambine che diventano madri prima dei 14 anni, partoriscono almeno una seconda volta prima di compiere 19 anni, e il 40% di loro ha anche un terzo figlio in questo stesso periodo (fonte: report “UNFPA_Motherhood in Childhood: The Untold Story”).

Questi dati sono preoccupanti non solo per il fatto in sé, ma perché uno spazio di tempo così breve tra una nascita e l’altra, meno di due anni, comporta un grande rischio per la salute della donna. Le complicazioni legate al parto sono una delle principali cause di morte e lesioni per le ragazze adolescenti, ed essere una madre adolescente significa già di per sé aver visto negati i propri diritti umani, con gravi conseguenze sociali.

Tutto questo avviene in contesti di povertà spesso estrema, dove famiglie sempre più numerose pesano sempre di più sulle finanze. Una sposa bambina esiste perché proviene da una famiglia povera che avrà una bocca in meno da sfamare. O, peggio ancora, dandola in sposa guadagnerà la cosiddetta “dote”, che in molti Paesi si traduce in una vera e propria somma di denaro che il futuro marito versa alla famiglia di provenienza della moglie.

ActionAid: agire contro i matrimoni precoci

Come ActionAid siamo al fianco delle comunità per garantire supporto alle giovani che cercano case sicure dove rifugiarsi, dove possono essere tutelate, accolte e protette. Ma oltre a offrire il primo soccorso quando serve, è vitale avviare azioni che possano durare a lungo.

Questo significa formare e sensibilizzare non solo le bambine e le ragazze sui propri diritti, ma anche le loro famiglie, i ragazzi, gli uomini, i capi villaggio. Significa portare consapevolezza a tutti sui diritti dell’infanzia e delle donne, e sulle conseguenze devastanti che i matrimoni precoci hanno sulla vita delle donne e delle generazioni di domani. Le nostre storie a lieto fine, come quella di Samiun, ma anche di Quamar, di Sarda, e molte altre, partono proprio dall’essere presenti, dove serve, prima che sia troppo tardi. Facciamolo insieme: dona ora!